NAPOLI – Quattro anni di reclusione è la richiesta di condanna avanzata dai pm Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock nei confronti dell’ex direttore de L’Avanti Valter Lavitola al processo, che si svolge con rito abbreviato, davanti al gup Francesco Cananzi. Lavitola è accusato di tentativo di estorsione ai danni dell’ex premier Silvio Berlusconi. I pm hanno inoltre chiesto un anno e sette mesi per l’imprenditore italo-argentino Carmelo Pintabona.

Il processo è stato rinviato all’11 gennaio prossimo. L’udienza successiva si terrà il 18 gennaio mentre la sentenza è prevista per il primo febbraio. Le udienze saranno dedicate alle arringhe dei difensori di Lavitola, assistito dall’avvocato Gaetano Balice, e Pintabona, difeso dagli avvocati Mario Papa e Alfredo Serra. Nel corso della requisitoria, i pm Piscitelli e Woodcock hanno evidenziato gli elementi alla base dell’accusa, tra cui diverse intercettazioni telefoniche, le dichiarazioni di alcuni testimoni, come Maria Lavitola, sorella dell’imputato, nonché il contenuto di due lettere mai spedite – il cui testo è stato recuperate dal computer di Pintabona – dal contenuto ritenuto ricattatorio nei confronti di Berlusconi. Lavitola al termine dell’udienza ha chiesto di fare una dichiarazione spontanea durante la quale si è soffermato sulle condizioni carcerarie nel penitenziario di Secondigliano dove, tra l’altro, mancherebbero farmaci di cui ha bisogno. Secondo l’accusa durante la latitanza, trascorsa tra Panama e l’Argentina, Lavitola avrebbe tentato di estorcere ingenti somme di denaro all’ex premier minacciando rivelazioni su alcune vicende giudiziarie, compreso il caso Tarantini-escort.

 

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