CASERTA – Perché si è dimesso? “Per favorire la crescita del partito e sottopormi al giudizio degli elettori”. Come mai ha “tradito” i suoi amici e sostenitori Caputo e Cappello candidandosi alle primarie? “Non è un tradimento, da tempo avevamo una visione molto diversa nella gestione del Pd”. Ci sono stati brogli per “gonfiare” l’anagrafe dei votanti? “Sono accuse assolutamente infondate”.
Sono alcuni dei passaggi salienti della video-intervista rilasciata in esclusiva a Campania Notizie da Dario Abbate, ex segretario provinciale del Pd casertano, all’indomani delle sue dimissioni da leader del partito. Lo abbiamo raggiunto nella sezione dei democratici di Marcianise, la sua città e la sua roccaforte elettorale nella corsa per un posto in Parlamento. Abbate ha lasciato il timone del Pd (in realtà era stato di fatto sfiduciato) per scendere nell’agone delle primarie per scegliere i futuri deputati e senatori casertani.
Ai nostri microfoni ha ostentato sicurezza e determinazione: “Vincerò le primarie, ne sono certo e convinto”. E ha spiegato le motivazioni politiche che lo hanno spinto a prendere parte alla disputa elettorale del 29 dicembre. “E’ vero che quando sono stato proposto alla guida del Pd avevo preso l’impegno solenne di non candidarmi al Parlamento, ma col passare del tempo si è aperto un solco politico profondo con chi mi ha sostenuto e fatto eleggere: io volevo l’unità del partito e il coinvolgimento della minoranza, mentre Caputo, Cappello e altri amici preferivano scelte d’imperio e non condivise da tutti”.
Nella lunga conversazione con Abbate abbiamo toccato la spinosa vicenda della platea degli elettori, cioè degli aventi diritti a recarsi alle urne. In molti parlano di numeri “taroccati”, di brogli. Dubbi e perplessità legittimi in quanto il numero dei votanti è salito dai 33mila delle primarie del centrosinistra ad oltre 36mila. Sembra quanto meno strano che ben 3mila persone pur essendosi registrare poi non siano andate a votare.
Ma anche su questo punto controverso l’ex segretario provinciale rigetta le accuse al mittente: “Sono fandonie, l’anagrafe è pubblica e a disposizione di tutti, fra l’altro già nella precedente consultazione l’elenco fu inviato agli organismi nazionali. Si tratta di accuse destituite di ogni fondamento”.
Nel finale di intervista Abbate ci riserva una chicca, che a noi è apparsa come una provocazione. Gli abbiamo chiesto quale candidato gli farebbe più piacere fosse eletto, e lui ha risposto senza esitare: “Nicola Caputo merita di diventare parlamentare, io tifo per lui”.
Uno scherzo di Carnevale fatto a Natale.
Mario De Michele
LA VIDEO-INTERVISTA ESCLUSIVA A DARIO ABBATE