CASTEL VOLTURNO – Contro il dottor Domenico Belmonte non ci sono indizi gravi, la procura di Santa Maria Capua Vetere non ha preso in considerazione l’ipotesi che la morte di Elisabetta Grande e della figlia Maria sia stata causata da un suicidio o da un omicidio – suicidio.
Il Tribunale del Riesame riapre il caso delle due donne scomparse otto anni fa da Castel Volturno (Caserta) e suggerisce una nuova pista per le indagini. Nel giorno del sopralluogo del professor Introna nel villino in cui, dopo la segnalazione della trasmissione “Chi l’ha visto?”, sono stati trovati i resti di Elisabetta e Maria, le motivazioni della scarcerazione dell’indagato – padre e marito delle due vittime – ribaltano le tesi di pm e gip. Il dottore non ha mai denunciato la scomparsa di moglie e figlia e ha spiegato di non essersi mai accorto della presenza di quei resti nell’intercapedine sotto al pavimento: ma questo comportamento, che per l’accusa costituisce una prova di colpevolezza, secondo i giudici della libertà non è indicativo e anzi è compatibile con lo stato di prostrazione psicologica di Belmonte e con la sua estraneità all’accaduto. Condividendo la tesi dei difensori dell’indagato, avvocati Carlo De Stavola e Rocco Trombetti, i giudici pongono l’accento sul gravissimo stato di salute mentale di madre e figlia, che avevano in più occasioni tentato il suicidio. Fanno riferimento, in particolare, a due biglietti scritti da Elisabetta al marito, in cui la donna segnala il malessere di Maria, “aggressiva e animata da una forza bruta”, e gli chiede che cosa fare in caso di una crisi particolarmente grave. In ogni caso l’incertezza sulle cause della morte per i giudici è “assoluta” e l’ipotesi che le due siano state uccise è solo “una delle plurime spiegazioni” dell’accaduto, “tutte al momento egualmente plausibili”. A chiarire il mistero potrebbero essere proprio gli elementi raccolti nel lungo sopralluogo di oggi dal professor Francesco Introna e dagli altri esperti nominati dalla procura. Dalle 9 alle 15 i periti hanno setacciato la villetta nella quale per anni ha abitato la famiglia Belmonte, incluso il giardino. Ciò che nei prossimi 90 giorni gli esperti proveranno a stabilire è quali siano state le cause della morte di madre e figlia e se, prima di finire nell’intercapedine, i due cadaveri siano stati sepolti altrove. Di certo, al termine degli esami di Introna e dei suoi collaboratori, i magistrati disporranno di maggiori elementi per valutare l’accaduto e, di conseguenza, prendere decisioni sul dottor Belmonte.