CASERTA – Come un errore arbitrale che decide il risultato finale di una gara. Non c’è un paragone più calzante per commentare il risultato delle primarie per la scelta dei parlamentari del Pd a Caserta.

 

Sull’esito del voto, infatti, pesa la mobilitazione totale del Partito Socialista Italiano di Nencini a cui fa riferimento il consigliere regionale Gennaro Oliviero. L’esponente di Sessa Aurunca, dopo la grande mobilitazione per Bersani lo scorso 2 novembre si è ripetuto. L’impegno dei socialisti è stato totale telefonate in tutta la provincia, ben oltre Sessa Aurunca. La roccaforte di Oliviero dove il ticket Abbate-Picierno ha lasciato agli altri candidati soltanto le briciole. Un voto bulgaro con i due che hanno fatto registrare, rispettivamente, 663 e 664 preferenze. Secondo alcune fonti l’appoggio a Picierno è arrivato dopo che Bersani ha assicurato ai socialisti un posto sicuro per Oliviero nella quota di candidati a sua discrezione. In questo accordo romano è stato bravo ad inserirsi Dario Abbate che tra i vari candidati era l’unico ex Ds accreditato presso il segretario nazionale.

 

Inutile negare, quindi, che c’è stata una forte ingerenza di un’altra forza politica che ha condizionato il voto e determinato la classifica finale che vede Picierno, Abbate , Sgambato e Graziano divisi da poche centinaia di votii.  In base a questi dati l’impegno dI Oliviero ha penalizzato Sgambato e Graziano. Chissà cosa penseranno questi due se alle elezioni di febbraio ci sarà il garofano sulle schede elettorali.

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