CASERTA – Altro che voto regolare, come ha dichiarato il segretario provinciale facente funzione Ludovico Feole nel tentativo vano di gettare acqua sul fuoco, al termine della riunione dell’ufficio elettorale

che ha ratificato i risultati delle parlamentarie del Pd in provincia di Caserta. L’entourage di Stefano Graziano non ha per nulla intenzione di gettare la spugna. Anzi, il deputato va al contrattacco. E ha già pronto l’incartamento per presentare agli organismi di garanzia del partito ricorso contro l’esito delle primarie. Che l’area Pd vicina a Graziano fosse fortemente determinata a dare battaglia lo ha fatto capire a chiare lettere Franco De Michele, rappresentante del parlamentare nell’ufficio elettorale, presieduto da Paolo Persico.

 

Nel corso dell’incontro di oggi nella sede provinciale, il capogruppo Pd al comune di Caserta ha chiesto il riconteggio dei voti e la verifica dei verbali giunti dai 92 seggi elettorali. Secondo i seguaci di Graziano si sarebbero verificati episodi quanto meno sospetti in molti comuni, in particolare a Piedimonte Matese, Marcianise e Sessa Aurunca. Da qui la richiesta di procedere al riconteggio dei voti e alla verifica accurata dei verbali giunti dai 92 seggi elettorali “per avere la certezza della regolarità delle votazioni”.

Ancora più netta la posizione su quello che abbiamo battezzato come il “caso Sant’Arpino” nell’articolo pubblicato in anteprima da Campania Notizie (clicca qui per leggerlo). Alla luce del clamore di quanto accaduto e dell’impossibilità di verificare la reale volontà degli elettori santarpinesi (l’urna con le schede non è stata aperta), De Michele ha chiesto che nel comune dell’Agro aversano si ritorni alle urne. E’ l’unico modo – a detta dei sostenitori di Graziano – per convalidare i risultati delle primarie, in quanto l’esito elettorale sarebbe falsato, e dunque nullo, essendo stata ridotta la platea elettorale. Con una platea di votanti di circa 600 persone, il dato di Sant’Arpino potrebbe rivoluzionare la “classifica” delle parlamentarie dal quarto al sesto posto, essendoci tra Camilla Sgambato, Dario Abbate e Graziano uno scarto inferiore a 600 preferenze.

Ma non solo. Il capogruppo Pd di Caserta ha messo in evidenza come l’esclusione di Sant’Arpino rappresenti una mortificazione per un territorio che di fatto viene privato delle possibilità di partecipare alla scelta dei candidati al Parlamento. Di fronte al “niet” dell’ufficio elettorale a tutte le sue richieste, De Michele ha abbandonato il tavolo, ovviamente senza sottoscrivere la ratifica dei risultati elettorali. E come già detto, Graziano ha già pronte carte e penna per inviare il ricorso ai collegi di garanzia regionale e nazionale.

Mario De Michele

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