SAN FELICE A CANCELLO – Rispetto alla ben nota, quanto meschina vicenda di San Felice a Cancello il silenzio delle Istituzioni è divenuto assordante, imbarazzante. Getta ombre sinistre su uno dei capisaldi del nostro Ordinamento Giuridico : l’imparzialità, la terzietà di chi è preposto dapprima ad esaminare, quindi a giudicare ed infine a decidere.
Se la sentenza di un Magistrato ed i suoi effetti restano di fatto, un pio esercizio di stile, cosa resta della potestas dello ius dicere ? La sentenza è – o non è – l’affermazione più alta e chiara della Volontà Popolare in uno Stato di Diritto?
E chi dovrebbe assicurarsi – in forza del suo ruolo istituzionale – che ad essa ci si conformi pedissequamente, che vi si ottemperi tempestivamente, perché non interviene in maniera efficace, facendo ricorso a tutti gli strumenti che la Legge mette a disposizione, ivi compresa l’istituzione di una Commissione di Accesso?
I Cittadini di San Felice a Cancello a chi devono rivolgersi per veder rispettato uno dei diritti più elementari, che, cioè, le Leggi dello Stato siano applicate, non interpretate o, addirittura, disattese?
cons. Angelo Frasca- FLI San Felice a Cancello