Benevento – La tempesta è arrivata dopo un’apparente quiete. Lo tsunami che ha colpito Sindaco, ex assessori e dirigenti del Comune di Benevento, hanno fatto risvegliare la città in uno stato quasi di incredulità per quanto accaduto alle prime luci dell’alba di ieri mattina.
Dopo le diverse misure cautelari che hanno coinvolto il sindaco Pepe (obbligo di dimora in un comune diverso da Benevento) il presidente del Consiglio comunale di Benevento, Luigi Boccalone, il consigliere comunale, ex assessore ai Lavori Pubblici, Aldo Damiano (ordinanza di custodia cautelare in carcere),sono partiti in mattinata gli interrogatori davanti al Gip (anche l’imprenditore Siciliano, fino a ieri irreperibile, si sarebbe presentato in Questura).
I reati avanzati dall’accusa sono diversi: turbative di gare, falso ideologico, abuso d’ufficio, corruzione, frode fiscale mediante emissione di fatture fittizie per importi rilevanti e concussione elettorale. Emerge un quadro preoccupante, “un comitato trasversale di affari” secondo il Procuratore Maddalena. In queste ore gli animi dei cittadini, come accade in occasioni del genere, si dividono. Ci si trova di fronte all’annosa diatriba tra garantisti e giustizialisti. Il passaggio dinanzi alla sede comunale sembra quasi un pellegrinaggio. C’è chi lo fa per curiosità, chi per carpire gli umori che circolano tra le mura di palazzo Mosti o chi semplicemente per ingiuriare.
Tanti gli attestati di solidarietà nei confronti del sindaco e dei dirigenti comunali coinvolti, come quelli del presidente della Provincia Cimitile, dei sindacati, dei partiti e dei rappresentanti della società civile, che auspicano allo stesso tempo rapidità e chiarezza per non chiudersi in una situazione di stallo che non gioverebbe a nessuno. Considerando inoltre le imminenti elezioni politiche il prossimo febbraio, quale peso avrà questa vicenda nelle dinamiche di voto? Un grosso interrogativo che comincia a premere all’interno dei partiti soprattutto in quelli della maggioranza comunale. Un panorama incerto dagli orizzonti ancora sfocati in cui le opposizioni chiedono le dimissioni. Una eventualità, quest’ultima, accantonata al fine di garantire l’operatività amministrativa del Comune.