CASERTA – Ha lottato con i denti fino all’intimo colpo. E non si arreso neanche quando la sua strenua battaglia sembrava orami persa. Alla fine Nicola Cosentino si impone e ottiene la candidatura in Campania al Senato. Probabilmente sarà il terzo della lista alle spalle del Cavaliere e di Nitto Palma.
Ma per spuntarla l’ex sottosegretario ha dovuto sudare sette camicie. Come aveva anticipato Campania Notizie, la sua riconferma in Parlamento era appesa a un filo. A Roma stava prevalendo la linea dura: fuori tutti i deputati e senatori con problemi con la giustizia. E di problemi, anche gravi, Cosentino ne ha più di uno. Nel comitato nazionale che si occupa delle candidature i “falchi avevano prevalso sulle “colombe”. E l’ex leader campano del Pdl si è trovato la strada sbarrata, con il serio di rischio, in caso di mancata elezione, di essere arrestato.
Nei suoi confronti la Dda di Napoli aveva fatto richiesta di arresto nei mesi scorsi, ma la giunta per le autorizzazioni a procedere bloccò l’iniziativa della magistratura. Ma Cosentino fino all’ultimo non ha mollato. E coltello tra i denti ha perorato la sua causa. Ha sbattuto i pugni sul tavolo. E ha strappato una candidatura che mai come stavolta è fondamentale non solo per il suo futuro politico, ma soprattutto per le sue vicende giudiziarie. Al momento in cui scriviamo la riconferma di Cosentino è certa, ma così come sembrava ormai sicura la sua esclusione, non è detto che non ci possano essere altri colpi di scena.
Ma stavolta la partita è praticamente chiusa, con il gol in extremis del deputato casertano, che gli ha consentito di portare a casa una vittoria importantissima. Che i giochi sono fatti lo ha riferito lo stesso Cosentino ai suoi fedelissimi.
Dopo aver ottenuto il via libera, ai tanti che lo chiamavano per sapere come andavano le trattative, Cosentino ha detto che dopo “una giornata così si sarebbe dovuto ricoverare”. Per adesso si garantito un “ricovero” politico sicuro, che gli farà dormire sonni tranquilli. Lo spettro dell’arresto si è definitivamente allontanato.
Mario De Michele