C’é un “sentimento di profonda amarezza e sconforto per la perdurante drammaticità della situazione carceraria”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Paola Severino, nel suo intervento all’inaugurazione dell’Anno giudiziario, definendo “inaccettabile che, all’inizio di questo mese, 24.124 detenuti su 65.789, pari a circa il 36% dell’intera popolazione carceraria, siano ancora in attesa di giudizio e, tra essi, ben 12.594 attendano il giudizio di primo grado”.
“Mi pare doveroso – ha esordito il ministro – iniziare la mia relazione proprio da alcune considerazioni sull’attuale stato delle carceri. Non invocherò a scusante il breve tempo avuto a disposizione dal governo. Si deve e si può fare di più, sia nell’impegno amministrativo quotidiano, sia nell’impegno legislativo, con provvedimenti di cui dovranno in parte farsi carico anche il nuovo Governo ed il nuovo Parlamento, con decisioni che, voglio sperare, non siano condizionate da fatti di cronaca mediaticamente enfatizzati ma, al contrario, trovino alimento nei principi costituzionali della presunzione di innocenza e della finalità rieducativa della pena”. Rispetto ai 68.047 detenuti presenti nelle carceri al momento dell’insediamento del governo Monti, si è registrato tuttavia un calo a 65.789. “Soltanto l’azione sinergica – ha sottolineato Severino – di una sostanziale depenalizzazione, di una nuova e più flessibile regolamentazione delle misure alternative al carcere e di un nuovo sistema di gestione dell’edilizia carceraria sarà in grado di offrire una soluzione equilibrata e stabile a questa davvero complessa emergenza”.