CASERTA – Speranza Provinciale non sosterrà Rivoluzione Civile. Una scelta che viene esplicata con un lungo documento che pubblichiamo integralmente. “Come “Speranza Provinciale” siamo in linea con quanto recentemente affermato dai referenti nazionali di Cambiare si può: “pur astenendoci prima delle elezioni da una iniziativa politica diretta ci impegniamo fin d’ora a formulare, all’indomani del voto, un programma articolato per una ripresa del progetto Cambiare si può adeguato alla nuova fase politica”.
E’ questo l’ impegno di collaborazione che rappresenta il nostro futuro.Noi riaffermiamo con Cecilia Strada che “Rivoluzione Civile” è stata una “occasione sprecata”, e con Malerba diciamo che: “Non è rimasto nulla di civile nel soggetto politico di Ingroia. E’ una discarica di poltronati e riciclati” e siamo d’accordo con quelli del Popolo Viola: “L’Ingroiellum è l’estremizzazione del Porcellum: un capolista civetta candidato ovunque e posti divisi con il metodo mastelliano delle quote”. Del resto la distanza che Borsellino e tante associazioni hanno preso dalla Lista ci conferma nella nostra decisione di ritirare il nostro appoggio a “Rivoluzione Civile”. Il Movimento “Speranza Provinciale” riconoscendosi nel progetto nazionale di “Cambiare si può” vi aveva aderito e già il 2 gennaio aveva offerto il proprio sostegno alla lista “Rivoluzione Civile” che ai principi di partecipazione e autodeterminazione di “Cambiare si può” diceva di ispirarsi. Purtroppo le indegne pratiche realizzate da “Rivoluzione Civile” per la compilazione delle liste in tutta Italia ci costringono a ritirare totalmente il nostro appoggio poiché tutti gli impegni alla promozione della partecipazione, della democrazia e della trasparenza sono stati traditi. Le tante assemblee locali avevano individuato persone candidabili e degne di rappresentare le storie e le emergenze territoriali e invece un anonimo gruppo di direzione, senza alcun confronto o pratica democratica, ha cancellato i risultati delle assemblee e si è arrogato il diritto della compilazione delle liste attraverso un perverso sistema di terzine bloccate nelle quali piazzare in modo plurimo sul territorio nazionale un ristretto gruppo di burocrati di partito e di personalità mediatiche, tra queste ultime solo alcune degne, totalmente avulse dalle realtà locali e comunque imposte. Non era questo che si proponeva “Cambiare si può” e non è questa la politica che può accettare “Speranza Provinciale”. I partiti aderenti a “Rivoluzione Civile” avevano dichiarato che avrebbero fatto un passo indietro e invece con i loro famelici apparati ne hanno fatto tre avanti. Il fatto che pur designati dalle assemblee locali e sostenuti da autorevoli personalità del mondo della cultura e di quello religioso impegnato nella promozione della giustizia sociale, in Lombardia sia stato escluso il dottor Agnoletto o in Campania il prof. Tanzarella o nelle Marche tutti i marchigiani è una prova della grave colpa di arroganza e autosufficienza dei decisori di “Rivoluzione Civile”. Per la circoscrizione Campania 2 è certo mortificante che ben 4 provincie non abbiano avuto la possibilità di esprimere nemmeno un\a candidato\a nei primi 4 posti (pur avendo tutte e quattro ottime e riconosciute figure candidabili) e che al 5° venga imposta, dall’arroganza del sindaco di Napoli De Magistris, tale Clementina Ferraiolo, ben nota per i suoi numerosi rapidi cambi di partito e ora transitata nei cosiddetti Arancioni, sulla quale la presidenza di “Cambiare si può” di Caserta il 16 gennaio 2013 scrivendo al coordinamento nazionale e alla segreteria Ingroia aveva espresso “il completo dissenso, in quanto non rappresentativa delle istanze sociali del nostro territorio”. Ora non ci si illuda che averci fatto trovare davanti al fatto compiuto ci costringa ad una rassegnata adesione! Non è di questa girandola di colori e di partiti che ha bisogno l’Italia, né le nostre province campane possono accettare i vergognosi colpi di mano di De Magistris. A prevalere ancora una volta sono stati i tavoli ristretti, il chiuso delle stanze, le candidature imposte per raccomandazione, la notorietà e la visibilità mediatica, le contrattazioni e le segreterie dei partiti, a discapito di una società che continua a reclamare lavoro, giustizia sociale, rinnovamento, democrazia e vera rappresentanza. Così “Rivoluzione Civile” ha riproposto in tutta Italia metodi logori, scelte verticistiche e di apparato segreto, il vecchio trucco delle rinunce per determinare gli eletti, continuità con il passato anziché discontinuità. I territori sono stati mortificati, i nomi indicati dalle assemblee dal basso sono stati collocati in posizioni non utili o cancellati e le volontà assembleari sono state stracciate. Altro che alternativa! E’ ancora la vecchia politica, che a parole si dice di voler cambiare, che detta regole ed assume decisioni. E’ uno spettacolo già visto! A tutto ciò Speranza provinciale dice no, perché è convinta che il fine, fosse anche il migliore, non giustifica i mezzi cattivi utilizzati dai vertici antidemocratici di “Rivoluzione Civile””.