CASTEL VOLTURNO – Riceviamo e pubblichiamo il documento del Pd di Castel Volturno che critica l’atteggiamento del commissario straordinario. “Lo Stato ha ritenuto di commissariare il nostro Comune e noi, anche se convinti che l’attuale normativa sul commissariamento “straordinario” dei comuni sia poco efficace e vada rivisitata, con dispiacere ma con responsabilità abbiamo rispettato questa decisione. Appena insediata la Commissione Straordinaria abbiamo messo a disposizione dei commissari il nostro programma: dieci azioni di governo per noi prioritarie per il rilancio di Castel Volturno.
Occorre, anzitutto, una spinta decisiva sull’approvazione definitiva del Piano Urbanistico Comunale, del Piano Spiaggia e di tutti gli altri strumenti di programmazione territoriale che sono stati già elaborati e necessitano solo di pareri aggiuntivi o rimodulazioni. E’ necessario potenziare e consolidare la raccolta differenziata che, ad oggi, continua a viaggiare su percentuali irrisorie e fa innalzare la tariffa di igiene ambientale a livelli insostenibili per le tasche dei cittadini, figuriamoci quando dovremo pagare la Tares! Vorremmo capire quali accorgimenti sono stati apportati alla macchina amministrativa affinché vi sia una reale lotta all’evasione che porti all’aumento della base imponibile in modo da far pagare tutti, ma pagare di meno. E’ fondamentale potenziare i servizi comunali: l’ufficio urbanistica-edilizia privata è completamente immobile e ottenere un certificato o un attestato – ma anche solo parlare col nuovo dirigente – è un impresa titanica per i cittadini e, soprattutto,per i tecnici locali. Abbiamo chiesto con forza di commissariare la Volturno Multiutility che paradossalmente è ancora rappresentata, per la parte pubblica, da “nominati” della precedente amministrazione sciolta per infiltrazioni camorristiche. Ad oggi nulla è stato fatto. Il porto turistico di Pinetamare è diventato il “porto delle nebbie”: i cittadini hanno il diritto di sapere coma la sua realizzazione verrà calendarizzata e quali effettive opportunità di lavoro e di formazione professionale riuscirà a produrre. Tra pochi mesi scade l’Accordo di Programma che ha visto la parte privata inadempiente su tante opere pubbliche: emblematica la situazione del castello a cui, dal 2008, sono state messe “le stampelle” e che mai ha visto l’inizio dei lavori di consolidamento, riqualificazione e restauro. Stesso discorso per il borgo antico e per tutte le altre opere, come il parco pubblico di Pinetamare, previste nell’atto di Transazione Stato-Coppola. Cioè, è stato già tutto previsto e pianificato ma quasi nulla è stato realizzato. A quasi un anno di distanza dall’insediamento della Commissione, tra i cittadini regna sfiducia e malcontento. I problemi sono sempre gli stessi e occorre maggiore incisività. Se lo Stato ha ritenuto che la nostra Città fosse meritevole di attenzione, con valutazioni andate oltre i fatti amministrativi, lo stesso DEVE garantire risultati concreti tali da rappresentare un vero cambiamento. Vorremmo evitare che dopo qualche anno di amministrazione straordinaria, qualcuno possa pensare che Castel Volturno è ingovernabile, perché, oltre a non essere vero, sarebbe uno schiaffo anche alla speranza, con il risultato di segnare un solco incolmabile tra Istituzioni e cittadini castellani! E’ proprio la prospettiva di questo allontanamento, di questo abbandono da parte delle Istituzioni, l’elemento da cui nasce il bisogno irrefrenabile di testimoniare la propria rabbia e la voglia di sovvertire lo stato delle cose. E’ proprio questo che fa scendere la gente per strada a manifestare legittimamente un bisogno primario: quello di essere riconosciuti cittadini della Repubblica Italiana e non figli di un Dio minore! Ricordiamo le parole di un magistrato che di infiltrazioni camorristiche “ne sa qualcosa” – il dott. Raffaele Cantone – che ha sempre e in ogni occasione messo il dito nella piaga dell’inadeguatezza della attuale normativa sugli scioglimenti delle amministrazioni comunali che non fanno altro che “sospendere per un periodo di tempo la vita amministrativa dei comuni tra una situazione di infiltrazione e la successiva perché le commissioni straordinarie non hanno che poteri e risorse assolutamente ordinarie”. Pertanto, “I comuni commissariati si bloccano del tutto, i cittadini per bene soffrono le conseguenze del completo immobilismo, e quando si torna al voto si è punto e daccapo”. Noi siamo pronti – in continuità con quanto già facciamo da tempo – a supportare l’azione dei commissari con le proposte ed il supporto politico anche dei nostri parlamentari, ma lo Stato DEVE fare la sua parte, non limitandosi più a fare solo da normalizzatore burocratico o da “ponte temporale” tra due amministrazioni elette. I commissari sanno che devono operare con più coraggio, impegno, abnegazione e lungimiranza senza centellinare alcuno sforzo. Se per i Commissari questo non è possibile lo dicano forte e chiaro, quanto meno si evita di rimanere disillusi!”