NAPOLI – Il 30 gennaio 2013 diventa la nuova giornata nera dei trasporti napoletani. Nell’ultimo periodo abbiamo assistito allo stop forzato per proteste degli addetti alle pulizie o per problemi legati alle assicurazioni, ma ora, nella città del Presidente della Repubblica, si è superato il pensabile: gli autobus fermi per mancanza di gasolio rappresentano una città che non ha più risorse e che ormai è tecnicamente fallita.

Fare per Fermare il Declino Campania ritiene che non sia più possibile pensare di spiegare ai cittadini campani che il problema è legato alle scarse risorse. Non è più possibile scaricare la responsabilità di tali disservizi su altri soggetti. Chi gestisce la mobilità deve assumersi le sue responsabilità, perché il trasporto è un diritto fondamentale dei cittadini ed è uno strumento indispensabile per chi lavora, studia o ha necessità di spostarsi. Anche in questo settore gli sprechi di denaro pubblico e l’assenza di liberalizzazioni hanno prodotto una situazione incompatibile con gli standard europei e di qualsiasi Paese occidentale. Non dobbiamo dimenticare che autobus pressoché nuovi sono fermi nei depositi e vengono smontati per avere pezzi di ricambio. Questa gestione assurda ed inefficiente produce effetti intollerabili, perché da un lato i cittadini vengono violati nel loro diritto a raggiungere il posto di lavoro o di studio, dall’altro gli stessi cittadini vengono tassati e tartassati da Equitalia per recuperare le risorse necessarie a mantenere su questo baraccone inefficiente. Non si può arrivare all’assurdo di tassare il lavoro dei cittadini oltre ogni ragionevolezza e, parallelamente, però, impedire ai cittadini di raggiungere il proprio posto di lavoro.

Fare per Fermare il Declino Campania si propone di varare un vasto piano di liberalizzazioni che dia ai cittadini il pieno diritto di scegliere chi debba fornirgli il miglior servizio di trasporto e che impedisca, quindi, lo sperpero delle tasse. In questo modo non dovremmo vedere più la violenza del sistema dei trasporti che senza preavvisi diminuisce o annulla le corse, che costringe i pendolari a veri e propri viaggi della speranza e che, soprattutto, costringe tutti i cittadini a pagare per un servizio che di fatto non esiste. Lo sviluppo del lavoro e dei livelli di istruzione passa anche per un servizio di mobilità degno di un Paese occidentale, in quanto non si può pensare che gli autobus si fermino addirittura perché manca il gasolio.

 

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