Lance Armstrong ha perso i 7 Tour de France. Ai premi, pero’, non rinuncia. L’ex corridore statunitense, radiato per doping, recentemente ha ammesso il sistematico uso di sostanze illecite. Non ha, pero’,intenzione di restituire i 12 milioni di dollari incassati tra il 1999 e il 2005 per i 7 trionfi consecutivi alla Grande Boucle. ”Nessun atleta ha mai restituito i compensi”, ha detto Tim Herman, legale del ‘cowboy’, al quotidiano Usa Today.

Armstrong, mollato dai suoi top sponsor, rischia di essere trascinato in tribunale da una compagnia assicuratrice che reclama il denaro versato in passato, quando i sospetti di doping non erano suffragati. ”Nessuno ha mai restituito i compensi. Non lo ha fatto Sean Payton”, ha detto Herman riferendosi al coach dei New Orleans Saints sospeso dalla National Football League, e non lo ha fatto ”nessun altro. Sono stati qualificati, ma nessuno gli ha detto di restituire l’assegno”. Armstrong, 41 anni, nella recente intervista concessa a Oprah Winfrey ha manifestato il desiderio di tornare a competere. Ovviamente, non in sella ad una bicicletta. Per ottenere una riduzione della sanzione, il texano dovrebbe collaborare in maniera produttiva con le autorita’ antidoping. In realta’, dice il legale, la squalifica potrebbe essere portata a ”non meno di 8 anni” in base al Codice dell’agenzia mondiale antidoping (Wada). ”Leggo la regola come fate voi -dice l’avvocato-: una squalifica di 8 anni sarebbe una squalifica a vita” per chi, alla scadenza della sanzione, avra’ quasi 50 anni. Nell’ormai celeberrima chiacchierata con la regina dei talk show, Armstrong ha negato di essersi dopato anche nel 2009-2010. Anche la parte finale della carriera dell’americano, in realta’, desta sospetti per i risultati di alcuni controlli. ”In base a quello che so, l’allenamento in altura e’ una variabile che va considerata. E lui in quel periodo si allenava in quelle condizioni”. Il doping, dice ancora l’avvocato, e’ un fenomeno tipico del Vecchio Continente. ”Fa parte della cultura europea nella quale sono stati coinvolti tutti questi americani. Funziona cosi’ da un secolo. A sentire Tygart (presidente dell’agenzia antidoping statunitense, ndr), Lance Armstrong e’ responsabile di un fenomeno nel quale e’ stato trascinato”, dice facendo riferimento ad una squadra ”associata a comportamenti disdiscevoli ben prima che lui arrivasse”. ”Era un ragazzino di 19 anni, ci e’ caduto dentro come chiunque altro. Ma non l’ha creato lui…. Ci sono solo 2 possibilita’: o te ne vai a casa o ti adegui. Lui ha riconosciuto l’errore, ma e’ virtualmente paragonabile a qualsiasi altro corridore che gareggiava”.

 

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