CASERTA – “Tornare a crescere a ritmi superiori al 2% l’anno, portare al 20% del Pil la quota dell’industria manifatturiera e il rapporto debito/Pil vicino al 100%. Sono obiettivi ambiziosi, ma sicuramente realizzabili”. Lo ha detto il presidente degli industriali Luciano Morelli illustrando il progetto “Confindustria per l’Italia: crescere si può, si deve”, al candidato al Senato del Pdl, on. Vincenzo D’Anna, nell’ambito del tradizionale ciclo di incontri che la territoriale dedica al confronto politico in vista delle Elezioni generali.
Il progetto, basato su un modello econometrico elaborato dal Centro Studi di Confindustria, sarà illustrato e consegnato anche ai rappresentanti dei maggiori schieramenti in lizza, nei prossimi incontri già in calendario. Vale a dire, il centro sinistra (l’incontro è previsto per lunedì prossimo) e il raggruppamento Monti (l’appuntamento è per venerdì 15).
Di impronta liberal-democratica il progetto di Confindustria entra nel vivo delle emergenze che attanagliano il Paese individuando priorità, risorse, riforme ed effetti, con relative cifre, ponendo l’industria e il lavoro al centro del dibattito in corso.
“L’Italia – ha ricordato Morelli – ha bisogno di una vera e propria terapia d’urto, che deve segnare una forte discontinuità e produrre effetti economici immediati. Il tutto per rendere nuovamente competitive le nostre imprese, abbattendo i costi e sostenendo gli investimenti”.
Per fare questo, insieme ad una serie di misure organiche, la ricetta di Confindustria è questa: dare ossigeno alle imprese con il pagamento immediato di 48 miliardi di debiti commerciali accumulati da Stato ed enti locali, che sono debito pubblico occulto; tagliare dell’8% il costo del lavoro nel manifatturiero e cancellare per tutti i settori l’IRAP che grava sull’occupazione; lavorare 40 ore in più all’anno, pagate il doppio perché detassate e decontribuite;ridurre l’IRPEF sui redditi più bassi e aumentare i trasferimenti agli incapienti; aumentare del 50% gli investimenti in infrastrutture; sostenere gli investimenti in ricerca e nuove tecnologie; abbassare il costo dell’energia.
Misure che, se attuate tutte e subito, mobiliteranno – secondo lo studio di Confindustria – 316 miliardi di euro in cinque anni. In che modo? Rendendo efficiente la burocrazia e tagliando e razionalizzando la spesa pubblica; dismettendo e privatizzando una parte del patrimonio pubblico; armonizzando gli oneri sociali; riordinando gli incentivi alle imprese; aumentando del 10% l’anno gli incassi dalla lotta all’evasione fiscale; armonizzando le aliquote ridotte IVA in vista di rimodulazioni in ottica UE e per reperire risorse per ridurre l’IRPEF sui redditi più bassi.
Per vincere questa sfida, la provincia di Caserta – ha ricordato il presidente degli industriali – può e deve giocare un ruolo molto importante, a patto che si ponga mano ad un piano di infrastrutturazione di reti materiali ed immateriali che non sono più procrastinabili. A cominciare dai collegamenti viari, ferroviari e aerei. Allo stato, infatti, quella che è la provincia maggiormente industrializzata della Campania è praticamente tagliata fuori da tutti i grandi collegamenti.
Il progetto è stato condiviso dall’on. Vincenzo D’Anna, che ha dichiarato non solo di farlo proprio, ma anche di intervenire presso Cipe e ministero al fine di sbloccare risorse già assegnate per alcune di queste opere, che però nel tempo sono state dirottate altrove.