La rimonta c’è. Eccome. Se ci sarà anche il sorpasso lo decideranno gli elettori. Stando all’ultimo sondaggio di Euromedia Research sulle intenzioni di voto degli italiani per la Camera dei deputati (escluso il Senato, quindi), la forbice tra centrodestra e centrosinistra si è notevolmente ridotta.
Come si può vedere nel grafico, la partita che fino a pochi giorni fa sembrava orami chiusa a favore della coalizione guidata da Bersani, potrebbe essere riaperta con uno sprint finale di Berlusconi. E proprio con la ridiscesa in campo del Cavalieri le quotazioni del centrodestra hanno registrato un crescendo costante. E il distacco tra i due schieramenti si è via via accorciato. Il sondaggio di Euromedia Research, che risale allo scorso 6 febbraio, prevede per il centrodestra un risultato che oscilla tra il 30.6 e il 34,8 per cento. Mentre il centrosinistra è dato tra il 32,3 e il 36,5%.
A prima vista balza subito agli occhi un dato: mentre fino a poco tempo fa alcuni sondaggi indicavano un gap anche di oltre 12 punti percentuale, oggi la situazione è completamente mutata. Se si calcola il risultato minimo che Euromedia assegna al centrodestro e quello massimo attribuito al centrosinistra, tra i due raggruppamenti c’è una differenza di meno del 6%. Ma quello che è più indicativo è il trend delle indicazioni di voto.
Mentre il centrodestra cresce, il centrosinistra perde punti, o nella migliore delle ipotesi resta stabile. Insomma, la vittoria alla Camera della coalizione di Bersani, che comunque resta favorita, non è più scontata. Anche perché fino al termine della campagna elettorale Berlusconi estrarrà dal suo cilindro di prestigiatore qualche altra proposta shock (in tutti i sensi). E soprattutto perché il centrosinistra sta facendo di tutto per dilapidare il vantaggio, col rischio di pareggiare se non addirittura perdere. Se il Cavaliere vende fumo, almeno lo fa in modo chiaro, diretto.
Bersani invece è così evanescente da non delineare una precisa piattaforma programmatica. E continua a parlare della futura alleanza con Monti. Se D’Alema – come lo accusava Nanni Moretti in un celebre film – non diceva nulla di sinistra, Bersani non dice proprio nulla.
Il Cavaliere quindi maramaldeggia. Fa lo sbruffone. Dispensa battute e sorrisi ironici. Insomma, recita sempre lo stesso copione. Ma non sbaglia una battuta. E’ un perfetto attore. E soprattutto ha imperniato tutta la campagna elettorale contro il premier uscente Monti, visto da gran parte degli italiani (che hanno la memoria corta) come l’artefice di tutti i mali. Il segretario del Pd invece continua a corteggiare il leader di Scelta Civica. E i risultati si vedono. Il centrosinistra è in calo, il centrodestra è in forte crescita.
Ora vediamo cosa prevede Euromedia per gli altri schieramenti. L’istituto di sondaggi assegna alla Lista Monti per l’Italia un risultato poco incoraggiante che va dal 10,9 al 13,7 per cento. Male anche Rivoluzione Civile di Ingroia con una forbice che oscilla tra il 3 e il 4,6%. Il Movimento 5 Stelle è dato tra il 13 e il 16 per cento.
Poi ci sono i raggruppamenti minori: Amnistia Giustizia Libertà- Lista Bonino Pannella è tra lo 0,2 e lo 0,8 per cento. Fare per fermare il declino di Oscar Giannino è tra lo 0,6 e l’1,4%. Le altre liste si dovrebbero spartite tra lo 0,4 e l’1,2 per cento dei voti. Un altro dato da tenere in considerazione, forse il più importante, che a 15 giorni dal voto la percentuale degli indecisi è, secondo Euromedia, del 32,3 per cento. In altre parole, un elettore su tre non sa ancora per chi votare.
Chi saprà catturare il loro consenso? Nel centrodestra sono certi che Berlusconi tirerà fuori qualche altro asso nella manica. Nel centrosinistra fanno gli scongiuri. E sperano, nel loro intimo, che Bersani non faccia altri danni.
Mario De Michele