Operazione antimafia dei carabinieri a Gela contro la “Stidda”, organizzazione criminale attiva nella Sicilia centro-orientale. Eseguite 18 ordinanze di custodia cautelare, che hanno raggiunto 17 ‘stiddari’ e un personaggio di Cosa nostra, tutti accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, traffico di stupefacenti, detenzione di armi e munizioni.
Capi e gregari, secondo le indagini dei carabinieri del reparto territoriale di Gela coordinate dalla Dda di Caltanissetta, disponevano di armi ed esplosivi, pianificavano attentati e imponevano il pizzo a commercianti e imprenditori. L’attivita’ investigativa, avviata nel maggio del 2010, ha individuato autori e mandanti di vari episodi criminosi. La “Stidda” progettava tra l’altro di un uccidere un pregiudicato colpevole di avere bruciato l’auto di un suo affiliato. Il delitto venne sventato perchý la vittima fuarrestata dai carabinieri. Nel corso dell’operazione, che ha impegnato quasi cento carabinieri, un elicottero e unitý cinofile alla ricerca di armi e droga, sono stati sequestrati 5 chilogrammi di hashish. Gli arrestati nell’operazione, denominata “Agora’”, sono Carmelo Antonuccio, Gaspare Carella, Carmelo Curva’, Orazio Luciano Curva’, Armando Giuseppe D’Arma, Paolo Di Maggio, Giuseppe Andrea Mangiameli, Francesco Morteo, Davide Nicastro, Simone Nicastro, Ettore Nobile, Emanuele Palazzo, Alessandro Peritore, Calogero Orazio Peritore, Giuseppe Alfio Romano, Pasquale Sanzo e Massimiliano Tomaselli. Le indagini hanno disegnato l’attuale assetto della Stidda a Gela, identificando capi e gregari. Il clan taglieggiava soprattutto commercianti e imprenditori dai quali pretendeva “regali” che venivano riscossi a intervalli regolari, oppure somme “una tantum”. Le vittime, in particolare, erano costrette a pagare il ‘pizzo’ soprattutto in occasione della festa della santa patrona, di Natale e di Pasqua. I maggiori guadagni per i mafiosi arrivavano dalle estorsioni nel settore della ristorazione. L’organizzazione controllava anche lo spaccio di droga.