CASERTA – “Nitto Palma è inadeguato sul piano politico e meschino sotto il profilo personale”. Com’è nel suo stile Mario Landolfi non usa perifrasi, commentando la decisione di commissariare la sezione Pdl di Mondragone, che è la sua città (clicca qui per leggere l’articolo). “Questo provvedimento è la conferma – tuona Landolfi – che Nitto Palma è assolutamente inadeguato al ruolo che ricopre perché fa prevalere l’acrimonia personale piuttosto che le ragioni e gli interessi del partito; cosa tanto più assurda in quanto dovrei esseri io ad avercela con lui e non il contrario”.
Il commissariamento del Pdl mondragonese è stato deciso dal coordinamento nazionale del partito, ma appare evidente, come conferma lo stesso Landolfi, che l’artefice occulto sia stato Nitto Palma. “Se questa cosa fosse successa martedì – dice ironicamente l’ex ministro – avrei pensato a uno scherzo di Carnevale, ma oggi mi sembra fuori da ogni logica far credere che a 10 giorni dal voto si sia riunito il coordinamento nazionale per commissariare il Pdl di Mondragone. La verità è sotto gli occhi di tutti: Nitto Palma dimostra, non solo inadeguatezza politica, ma anche meschinità umana perché non si assume le sue evidentissime e pesantissime responsabilità”.
Sul suo presunto appoggio ad altre liste, in particolare a Grande Sud, Landolfi ribadisce quello che aveva già dichiarato nei giorni scorsi: “Dopo i disastri di Nitto Palma nella composizione delle liste, le persone che fanno riferimento a me hanno deciso di non voler fare campagna elettorale per Pdl, di fronte a una prospettiva di questo tipo io sto cercando di non far disperdere i voti e indirizzarli verso partiti che fanno parte della coalizione. Peraltro, ho sempre detto, in pubblico e in privato, che io voto per il Pdl per contribuire alla vittoria del centrodestra e per dare alla Campania un ruolo determinante nella rimonta sul centrosinistra”.
Sul futuro del Pdl campano, Landolfi non ha dubbi: “Dopo il voto si deve aprire una fase nuova. La Campania non può continuare a essere considerata una colonia, ma ha bisogno di una classe dirigente autoctona e radicata sul territorio. Solo così il partito potrà rilanciarsi dopo la disastrosa gestione di Nitto Palma”.
E su quali gambe dovrà camminare il “nuovo” Pdl? Anche su questo Landolfi ha le idee chiare: “Abbiamo due capilista come Carfagna e Rotondi che conoscono le problematiche della Campania e posseggono le doti politiche per affrontarle nel modo migliore, per cui mi auguro che dopo il voto facciano sentire la loro voce”. E proprio a uno tra Carfagna e Rotondi, il deputato casertano affiderebbe le redini del Pdl campano: “Sicuramente sarebbero degli ottimi coordinatori regionali”.
E Caldoro? “Il governatore – risponde Landolfi – è già da tempo un punto di riferimento politico e istituzionale del centrodestra campano. È impegnato, e lo sta facendo al meglio, a risolvere i problemi di una regione ridotta malissimo dalle giunte Bassolino, per cui ha già molto lavoro da fare. Ma è chiaro – conclude Landolfi – che avrà un ruolo fondamentale nella nuova fase del centrodestra e del Pdl campano”.
Insomma, con la “dipartita” di Nitto Palma e la discesa in campo del tridente Caldoro-Carfagna-Rotondi, i landolfiani ritornerebbero a “correre” compatti perché con la nuova squadra sarebbe tutta un’altra partita.
Mario De Michele