SESSA AURUNCA – L’arresto di Giovanni Esposito, a Sessa Aurunca (Caserta), e’ avvenuto in mattinata: il latitante aveva trovato rifugio in un’abitazione su due livelli con un’uscita verso la campagna, un escamotage studiato – e’ stato sottolineato dal maggiore Alfonso Pannone, responsabile del Reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri di Caserta – per avere piu’ possibilita’ di fuga.
Quando i militari dell’Arma hanno capito, attraverso un’attivita’ di osservazione, controllo e pedinamento, che Esposito era in quella casa, e’ scattato il blitz. Passando da strade secondarie, per non essere individuati, una quarantina di carabinieri in borghese ha circondato l’abitazione per precludere al latitante ogni via di fuga. A loro, poi, se ne sono aggiunti una trentina in divisa. Esposito ha tentato di fuggire ma ha capito che, ormai, non c’era piu’ nulla da fare e si e’ arreso. Subito ha comunicato alle forze dell’ordine che in casa aveva una pistola e numerose munizioni. L’uomo, malgrado i 13 anni di latitanza, e’ apparso estremamente somigliante alle foto segnaletiche. A differenza di altri latitanti ”di caratura”, pero’, non viveva in condizioni di agiatezza: si accontentava di poco e non usava mezzi tecnologici, come telefoni cellulari e computer. Gli ordini li impartiva a voce, proprio per rendere piu’ difficile la sua cattura. Il clan dei Muzzoni ha una sua zona di influenza nell’Alto Casertano e nel basso Lazio.