Sequestrati a Palermo dalla Guardia di finanza oltre 2.718.000 articoli, tra giocattoli, capi di abbigliamento e accessori falsi o privi del marchio comunitario e prodotti elettrici e informatici pericolosi perche’ conformi agli standard di sicurezza comunitari.

Il commercio illecito faceva capo a due negozi gestiti da cinesi nei pressi della stazione centrale e ora sequestrati assieme a un deposito esteso per circa duemila metri quadri, dove si trovava gran parte della merce che secondo i finanzieri avrebbe fruttato, venduta al dettaglio, tra gli 8 e i 10 milioni di euro. Per censirla, i finanzieri hanno lavorato per due settimana a spacchettare scatoloni con etichettature soltanto in cinese. Ipotizzato anche il reato di contrabbando, non essendo stata dimostrata la legittima importazione nel nostro Paese. I titolari dei due negozi, un uomo ed una donna, entrambi cinquantenni di nazionalita’ cinese, sono stati denunciati alla Procura di Palermo. Quando i finanzieri si sono presentati nei loro esercizi, hanno fornito pochissimi documenti fiscali, alcuni anche molto datati, insufficienti a giustificare il possesso di tutto il campionario esposto. Poi i militari sono risaliti al deposito, individuato in corso dei Mille. Vi erano stipati nel dettaglio 3.175 accessori di abbigliamento, 1.965.972 giocattoli ,749.326 prodotti elettrici. In totale 2.718.473 pezzi. Ora saranno avviate anche accertamenti tributari, in quanto le due ditte nell’ultimo periodo d’imposta, hanno dichiarato redditi molto bassi, rispettivamente, 13.000 e 16.000 euro. Saranno ricostruiti i rapporti commerciali con le imprese fornitrici anche per quantificare l’importo dei dazi doganali evasi. L’operazione si deve a un’attivita’ investigativa che ha vagliato informazioni acquisite dai finanzieri sul territorio e risultanze dell’analisi dei flussi di capitali in transito presso nell’aeroporto Falcone – Borsellino. Nello scalo eraa stata infatti rilevato il moltiplicarsi cinesi in partenza con ingenti somme di denaro contante, per lo piu’ diretti a Roma. In un mese, sono stati trasportati 300.000 euro. Gli investigatori ritengono che i soldi fossero destinati a ordinativi di merce contraffatta.

 

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