AVERSA – Un’assemblea fluviale e un’accoglienza emozionante hanno accolto ieri nella Cattedrale di Aversa Salvatore Martinez, primo laico alla presidenza nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, invitato a svolgere una riflessione sul tema “Credo lo Spirito Santo”.
In apertura, S.E. Mons. Angelo Spinillo ha esposto all’assemblea le sue riflessioni in merito alla decisione annunziata lo scorso 11 febbraio da Benedetto XVI: “Vogliamo dire grazie al Santo Padre che, per i credenti e per gli uomini di buona volontà, è stato e rimane un fratello ed un padre che trasmette al mondo la luce del Cristo”. Nell’introdurre il tema della riflessione, il Vescovo ha ricordato come lo Spirito Santo sia forse ancora oggi il “grande sconosciuto”, come usò definirlo Leone XIII nella sua enciclica Divinum illud munus del 1897, la prima dedicata allo Spirito Santo. “Tra i tanti brani evangelici, rileggiamo Giovanni 14,25-26: ‘Il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto’. È questo un passaggio centrale, ripreso anche da Giovanni Paolo II nella luminosa enciclica Dominum et Vivificantem (1986). Grazie alla presenza dello spirito di Dio donatoci da Gesù, la Chiesa può essere vera e viva, conoscere e annunciare il Vangelo, celebrare la presenza di Cristo”. Salvatore Martinez ha quindi dato vita ad una riflessione profonda e appassionante, aprendo subito con un ricordo di Elena Guerra, chiamata “apostola dello Spirito Santo” da Giovanni XXIII, che la dichiarò beata nel 1961.
“Quest’umile suora chiese a Leone XIII di ‘convocare la chiesa nel cenacolo e sarà una nuova Pentecoste’. Il Papa accolse le sue richieste ripristinando la novena della Pentecoste, pubblicando l’enciclica e consacrando allo Spirito Santo il Novecento, secolo buio e drammatico, ma anche segnato dal più grande risveglio spirituale della storia”. Il ragionamento si è poi spostato sulla comprensione della reale natura e della funzione dello Spirito Santo: “Il pensiero di Cristo consente all’uomo spirituale di comprendere, ma non sempre di esplicitare, il mistero della presenza di Dio. Soprattutto, possiamo rendere percepibile lo Spirito Santo solo se ci sentiamo intimamente toccati da Dio e se – come disse Benedetto XVI – rimaniamo ‘nel raggio del soffio dello Spirito Santo’. Chi non ha lo spirito di Cristo, ammonisce S. Paolo, non appartiene alla sua Chiesa”. Martinez ha poi indicato nei capitoli 14 e 17 del Vangelo di Giovanni il magistero dello Spirito Santo: “La Chiesa è il cenacolo e il cenacolo è il luogo dell’effusione sacramentale e carismatica dello Spirito Santo, il luogo in cui la Chiesa rifiorisce e noi riceviamo le sembianze di Cristo, trasformati in sua prosecuzione e ministero. Come scrive Giovanni, lo spirito, non la carne, dà la vita e la pace interiore, ecco perché la presenza dello Spirito Santo va rinnovata dentro di noi: una passione e un amore che si deve vedere e sentire nella nostra fede e nelle nostre opere. La nostra vita deve diventare il palcoscenico dove mettere in mostra la presenza di Gesù vivo che vince il male e regala vita, speranza e carità agli uomini”.