AVERSA – Il vescovo della Diocesi di Aversa, Monsignor Angelo Spinillo, ha inviato una lettera ai fedeli sulle dimissioni del papa Benedetto XVI.
“Le vere stelle della nostra vita sono le persone che hanno saputo vivere rettamente. Esse sono luci di speranza.
Certo Gesù Cristo è la luce … il sole sorto sopra le tenebre della storia. Ma per giungere fino a Lui abbiamo bisogno anche di luci vicine, di persone che donano luce traendola dalla sua luce ed offrono così orientamento per la nostra traversata” (Spe salvi, 49)
Carissimi fratelli e sorelle,
la decisione annunziata lo scorso 11 febbraio dal Santo Padre Benedetto XVI di voler seguire ciò che, nella libertà della sua propria coscienza e nella preghiera, egli riconosce come semplice obbedienza a Dio, ha suscitato in tutti noi sentimenti tanto intensi quanto diversi tra loro.
L’affetto verso la sua persona si è colorato di tristezza a causa di ciò che appare come un allontanarsi, e l’attenzione verso la sua intensa testimonianza di fede nel Cristo Signore e verso il suo alto ministero nella Chiesa si è riempita di filiale rispetto e di più grande ammirazione.
Vivendo questi giorni, come il Papa ci ha chiesto, nella preghiera che apre il cuore alla certa speranza che il Cristo Signore è il Sommo Pastore della sua Chiesa, sentiamo di voler dire il nostro
grazie al Santo Padre Benedetto XVI.
Riprendendo le stupende espressioni della sua lettera enciclica Spe salvi, sentiamo di poter dire il nostro ringraziamento a Benedetto XVI, a lui uomo e cristiano che in tutto il suo cammino di fede e di consacrazione nel servizio della Chiesa, e ancor più intensamente nel tempo del suo Pontificato sulla Cattedra di Pietro, è stato e rimane, per i credenti e per gli uomini di buona volontà, un fratello ed un padre che trasmette al mondo la luce del Cristo; un pastore che annunzia, insegna, e testimonia con tutto se stesso Gesù, il Maestro e Signore, il Figlio di Dio che è venuto nel mondo, Verità che guida ogni uomo verso la pienezza della vita.
In questo momento tanto impegnativo, il Papa ci insegna che “Pregare non significa uscire dalla storia” (Spe salvi, 33), ma è ciò che ci rende gioiosamente disponibili ad essere “strumento nelle mani del Signore”, liberi “dalla presunzione di dover realizzare in prima persona, e da solo, il necessario miglioramento del mondo” (Deus caritas est, 35).
La Chiesa diocesana di Aversa rimane unita al Santo Padre nella fede e nella preghiera che sempre apre il cuore alla presenza di Dio e, sempre ed in molti modi, chiama i credenti a modellare la vita e la storia degli uomini con la forza della carità.
Aversa, 22 febbraio 2013, festa della Cattedra di San Pietro Apostolo
+ Angelo Spinillo
Vescovo