CASERTA – “Spiace dover constatare che l’on. Antonio Valiante, a lungo vicepresidente della giunta regionale della Campania, parli della spesa sanitaria senza alcuna cognizione di causa”. Così l’on. Vincenzo D’Anna, presidente nazionale di Federlab Italia (l’associazione dei laboratoristi d’analisi), replica alle dichiarazioni rese dal vicepresidente dell’assemblea legislativa al Corriere del Mezzogiorno (Salerno) e pubblicate questa mattina, sulle “cifre esagerate” destinate alla sanità privata in Campania. Una spesa che, per Valiante sarebbe “in costante crescita e fuori controllo”.

Il debito sanitario, “così come accertato dal tavolo di verifica ministeriale” spiega D’Anna: “è stato quantizzato in oltre 9 miliardi di euro ed è stato realizzato, prevalentemente, negli anni della gestione Bassolino. Un dato incontrovertibile che è derivato, essenzialmente, dallo spreco, dalla disorganizzazione e dalle disfunzioni del comparto sanitario a gestione statale, in prevalenza dalla pletora degli ospedali di zona insistenti sul territorio regionale”. Per il leader dei laboratoristi: “La sanità privata accreditata, assorbe in Campania, appena il 17% del fondo sanitario regionale erogando, a fronte di quella cifra, circa il 60% di tutte le prestazioni sanitarie richieste dagli utenti”. La tesi di Valiante, per D’Anna: “è anacronistica e infondata, e sconta il ritardo culturale di chi continua a confondere la pubblicità del servizio sanitario con il monopolio statale della gestione del servizio stesso”. Un pregiudizio “negativo” che per il presidente di Federlab “ha portato sprechi e sperperi laddove, limitando le capacità di erogazione delle strutture private accreditate, mediante l’imposizione di tetti di spesa dall’anno 2001, ha consentito, invece, alla sanità statale, di depauperare risorse economiche ed umane. Valga per tutte la considerazione che il comparto privato viene retribuito, nell’ambito dei tetti di spesa, a tariffe nel mentre il comparto statale viene liquidato a piè di lista con ciò determinando che un’identica prestazione sanitaria erogata nel comparto pubblico costi da 3 a 10 volte di più rispetto al privato”. “A Valiante – conclude l’on. Vincenzo D’Anna – non interessa, evidentemente, un servizio sanitario efficiente e poco costoso quanto difendere gli interessi di bottega nel tenere aperti ospedali di zona finalizzati a fungere da ammortizzatori sociali”.

 

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