NAPOLI – L’economista Massimo Lo Cicero, candidato alla Camera dei Deputati (Campania 1) “con Monti  per l’Italia”, ospitato nel bellissimo Atelier d’artista di Lello Esposito, Scuderie di Palazzo Sansevero, ha discusso del rapporto tra cooperazione e sviluppo e ha lanciato alcune proposte per un nuovo modello di crescita del Mezzogiorno.

“Le cooperative sociali e di produzione lavoro, l’impresa giovane e al femminile, il credito cooperativo e il microcredito possono rappresentare  la nuova frontiera dello sviluppo – dichiara – ma occorrono meno opportunismo e più opportunità, attraverso una solidarietà concreta e consapevole, a sostegno di iniziative imprenditoriali che partano dal basso per puntare in alto”.

 

Sono intervenuti: padre Antonio Loffredo, parroco della basilica di S. Maria della Sanità, Daniele  Marrama, vicepresidente della Fondazione di Comunità del Centro Storico di Napoli, Eusebio Brancatisano, project manager dell’associazione L’altra Napoli. Ci sono state numerose testimonianze dal mondo dell’associazionismo e dell’impresa.

“Far crescere il Sud perché è questo l’unico modo per fare sviluppare l’Italia – continua –  sono gli uomini che fanno la crescita e sono gli uomini, se controllano il governo dei propri territori, che determinano il contesto che aiuta famiglie ed imprese a crescere. E se cresce il Mezzogiorno cresce l’Italia: perché spostando i deboli sulla strada della crescita la nazione intera si rafforza e si sviluppa. I deboli diventano più ricchi – e non più sussidiati dalla spesa pubblica finanziata dalle tasse – alimentando con le loro capacità la produzione di beni e servizi. Dunque consumano di più ed investono di più. Così si integra il circuito del reddito e della spesa in Italia e l’Italia unita cresce e si sviluppa. Ma c’è necessità di instaurare nuove ed efficaci modalità di collaborazione e di cooperazione tra gli attori sociali che conoscono a fondo il territorio ed operano al suo interno. Occorre intervenire – prosegue – non solo sulle grandi banche ma anche sulle banche locali, per sostenere la concorrenza e riattivare il credito alle imprese. Aumentare la competizione tra le banche che sono troppo poche e finiscono per dominare la grande platea di piccoli imprenditori e dei risparmiatori. È necessario anche sviluppare – ha concluso  – le forme di credito cooperativo e mutualistico e le tecniche del microcredito. Bisogna dunque sostenere la creazione d’impresa, soprattutto in forma di cooperativa da parte di giovani e donne”.

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