La Direzione Investigativa Antimafia di Napoli ha sequestrato oggi beni per circa 500 mila euro a Emilio Di Caterino, 39 anni, in passato elemento di spicco del clan dei Casalesi, arrestato il 17 ottobre del 2008 e dal 30 giugno del 2011 collaboratore di giustizia.
La Dia ha eseguito anche un provvedimento di estensione di sequestro, per circa 150mila euro, nei confronti di quattro elementi ritenuti organici al clan Fabbrocino, attivo nella provincia di Napoli. I provvedimenti di sequestro nei confronti del collaboratore di giustizia Emilio Di Caterino (ex elemento di vertice dei Casalesi) e di quattro persone ritenute appartenenti al clan Fabbrocino (Mario Fabbrocino, la moglie Anna Giannone, e di Pietro e Lorenzo Fabbrocino, entrambi figli di Mario) sono stati emessi, rispettivamente, dalle Sezioni Misure di Prevenzione dei Tribunali di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) e Napoli. L’ordinanza eseguita oggi dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli nei confronti del clan Fabbrocino è una estensione di un altro sequestro preventivo attuato alcuni giorni fa. Riguarda un’impresa individuale con sede legale a San Gennaro Vesuviano (Napoli), intestata ad Annunziata Giannone, sorella della moglie di Mario Fabbrocino. Emilio di Caterino è stato condannato per ricettazione nell’ambito del processo sull’omicidio di Nicola Di Maio, ucciso il 6 settembre del 2002, e poi bruciato in un’auto che, secondo i giudici, era stata messa a disposizione proprio da Di Caterino. L’ex affiliato ai Casalesi – nei confronti del quale fu emesso un provvedimento di fermo il 3 giugno del 2005 per il reato di estorsione aggravata in concorso – venne arrestato il 17 ottobre del 2008 dopo oltre tre anni di latitanza.