NAPOLI – È un prendersi e lasciarsi tra il Coordinamento di Federsolidarietà Confcooperative Campania e gli amministratori del comune di Napoli. In mezzo: il Tavolo della crisi, i mancati pagamenti dei crediti alle cooperative sociali, che per anni hanno offerto servizi alla città, e la regolamentazione delle attività in corso e future. Dopo giorni di esitazione, Giovanpaolo Gaudino, Giovanni Tagliaferri, entrambi del coordinamento di Federsolidarietà Campania, l’avvocato Gallo, che segue la vicenda dei crediti pregressi, e Vincenzo De Bernardo, direttore di Federsolidarietà nazionale, hanno finalmente incontrato Tommaso Sodano, vicesindaco di Napoli.
Per ora l’accordo tra le parti è di procedere al pagamento di un bimestre a tutte le case-famiglia creditrici. “Di certo è un piccolo passo, commenta Giovanpaolo Gaudino, ma stiamo insistendo per creare un Tavolo tutto incentrato sulla documentazione. Ci sono pile e pile di determine da sistemare, e senza questo passaggio sarà complicato recuperare le somme precedenti”. Che cosa precede questo trambusto è un concentrato di malumori. Lo scorso 11 gennaio, alcuni cooperatori sociali si sono rivolti a Carlo Mitra,commissario di Federsolidarietà Confcooperative Campania e della stessa Unione regionale, per denunciare la frustrazione di non essere mai stati pagati dal comune. Dopo la maretta sollevata dalla notizia di una possibile conferenza stampa, i referenti del sociale vengono convocati a Palazzo S. Giacomo con la promessa di procedere all’istituzione del Tavolo della crisi. Tavolo che di fatto è stato “inaugurato” solo qualche settimana fa. Le cooperative sociali non sono più disposte ad attendere il dovuto, specie se si considera che dal 1 gennaio 2013, in linea con la normativa europea, i pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione devono avvenire entro 30 giorni, o, al massimo, in 60 giorni in casi ben precisi. Ma la preoccupazione dei cooperatori abbraccia anche la gestione delle politiche sociali. “Voglio specificare-aggiunge Gaudino- che stiamo cercando un dialogo proficuo soprattutto per evitare che il futuro sia più nero del presente. Se vogliamo risollevare le politiche sociali a Napoli, occorrerà uscire dalla logica emergenziale e iniziare ad operare con fondi strutturali”.