CASERTA – Il periodo di difficoltà economica continua ad essere caratterizzato dalla stretta creditizia, a testimonianza del fatto che nonostante la graduali distensioni dello scenario finanziario il peggio deve ancora passare, soprattutto in Campania, dove le Piccole industrie chiedono a gran voce di poter alimentare la macchina dell’economia – con il carburante del credito, appunto – per evitare di spegnere il motore .
E quanto emerso dalla tavola rotonda che il presidente della PI di Confindustria Campania, Andrea Funari, ha organizzato con la partecipazione dei presidenti della PI delle cinque territoriali e del vice presidente della PI nazionale per il Mezzogiorno, Bruno Scuotto, presso la filiale della Banca d’Italia di Caserta, trovando ascolto e attenzione per da parte del direttore della sede, Luigi Micco, e del responsabile del Centro studi Giovanni Iuzzolino, in previsione del consueto Rapporto.
Dall’incontro è emersa una radiografia dettagliata delle sofferenze che la Piccola Industria e, più in generale, il sistema economico regionale registra, a cominciare dai crediti vantati nei confronti della Pubblica amministrazione, ma anche determinata dalle politiche selettive che intanto le banche, soprattutto le più importanti, hanno messo in atto da qualche mese a questa parte.
E ciò mentre pure si registrano segnali positivi e, dunque, per certi aspetti contraddittori, se è vero che l’industria manifatturiera regionale – almeno quella con forte propensione all’export, ha recuperato livelli di produttività pre-crisi, mentre l’Istat comunica che nel 2012 la Campania è la regione che ha fatto registrare una forte ripresa dell’occupazione.
E, tuttavia – come ha proprio oggi ha ricordato anche una nota del Centro studi di Confindustria – il sistema Paese è ancora in piena emergenza credito. Anzi, rischia di partire la terza ondata di credit-crunch, dopo quelle del 2007-2009 e quella del 2011-2012.
“E’ in atto un circolo vizioso credit-crunch-recessione le cui connotazioni – ha ricordato il presidente della PI di Confindustria Campania – si possono riassumere in questi aspetti: le banche sono sempre più selettive, i prestiti calano, i tassi salgono, molte imprese rinunciano a chiedere crediti. Un terzo delle aziende ha liquidità insufficiente e molte, pur con progetti validi, vanno in crisi per carenza di fondi. Così anziché lasciare il posto a una timida ripresa, la recessione può di nuovo aggravarsi”.
“Insomma, questo circolo vizioso deve essere assolutamente spezzato” – ha ricordato Funari – “attraverso una politica economica che vada al di là delle vicende del credito, che pure hanno fondamentale importanza, in questo momento, per rilanciare la crescita”.