‘Vi avevo trattato con superiorita’ invece mi avete aiutato. Perdonatemi. Qui mi sono sentito amato da Dio non dal divino imponente della mia infanzia ma dal dio che e’ il padre, l’amico, il confidente che mi e’ sempre mancato”: parole cosi’ si ascoltano nelle aule delle parrocchie agli incontri serali di catechesi per adulti, ma al cinema certo di rado.
Il dialogo, realistico, da’ il senso di un film francese, ‘L’amore inatteso’, che e’ un piccolo caso su cui in tempi di conclave e di attenzione sulla Chiesa oggi si puo’ posare uno sguardo in piu’. Lo stesso che portera’ alla ribalta la prossima settimana il documentario choc girato dal premio Oscar Alex Gibney ‘Mea Maxima Culpa – Silenzio nella casa di Dio’ che, partendo dalla testimonianza di quattro uomini sordomuti che negli Stati Uniti, insieme ad altri 200 bambini, furono vittime degli abusi del direttore della loro scuola, padre Murphy, fa un’indagine fino a coinvolgere la Curia Romana e lo stesso Benedetto XVI, sottolineando l’omerta’ del Vaticano. I due film arriveranno in sala negli stessi giorni: dal 20 marzo, distribuito da Feltrinelli Real Cinema, il docu-choc, presentato dallo stesso regista, dal 21 marzo nel circuito Microcinema ‘L’amore inatteso’. Fara’ certo meno rumore quest’ultimo che e’ tratto da un best seller francese, ‘Catholique Anonyme’ (Cattolico anonimo) scritto (e vissuto) da Thierry Bizot. Anne Giafferi, che e’ la moglie dell’autore, ha deciso di farne un film per raccontare quella che a tutti gli effetti e’ una ‘conversione’. Il protagonista Antoine (Eric Caravaca) e’ veramente un uomo come tanti: fa l’avvocato, ha una moglie, due figli, una vita completa e anche agiata. Sollecitato dall’insegnate del maggiore dei suoi ragazzi, per pura curiosita’ e per educazione va ad ascoltare un gruppo che fa incontri di catechismo. Viene colpito da quello che si dice, gli sembra di trovare risposte profonde a cose su cui nella quotidianita’ aveva smesso di fare caso e cosi’ di quei due incontri settimanali serali non puo’ piu’ fare a meno, diventano un nutrimento. La moglie Claire si insospettisce, pensa che il marito abbia un’altra e non crede alle smentite di Antoine che pero’, per non essere giudicato da lei e dagli amici intellettuali, un po’ vigliaccamente va di nascosto a questi incontri. ”C’e’ gente che cambia vita con queste storie” gli rinfaccia sprezzante la moglie che lo vede distratto e quasi lo prende in giro quando lui confessa di essere ”toccato dalla grazia”. Grazie a questi incontri vive una sorta di rinascita, ”mi sento nudo” dice al gruppo mentre la moglie lo guarda segretamente dall’alto. Dice Anne Giafferi: ”E’ un film che gioca con i cliche’ e i pregiudizi di cui la Chiesa cattolica e’ spesso oggetto. Si ride garbatamente dei credenti, ma anche di chi ha pregiudizi riguardo alla religione. Certo, il film parla di spiritualita’, di ricerca del senso della vita, ma questi temi sono trattati con leggerezza, ironia e senza proselitismo. Ho cercato l’equilibrio tra un tema piuttosto serio e un genere tendente piu’ volentieri verso la commedia”.