Dopo l’exploit elettorale degli scorsi 24 e 25 febbraio che l’ha collocato ai vertici delle forze politiche nazionali, ormai è corsa al MoVimento 5 Stelle. Da alcuni giorni, infatti, come appurato dai numerosi attivisti presenti sul territorio campano, è un continuo e sfrenato fiorire di profili, pagine e gruppi sui social network e sulla celebre piattaforma meetup.
Risultato, che se da un lato offre concretezza a quel riscontro delle urne etichettato essenzialmente come voto di protesta, dall’altro, all’ombra del tira e molla mediatico sulla fiducia al nascente Governo, pone il serio problema di come arginare il solito gioco delle bandierine al quale, l’attuale classe politica ci ha abituati ad assistere in questi anni, alimentato in queste ore da chi punta a un porto sicuro in vista delle amministrative dei prossimi 26 e 27 maggio.
Una corsa spasmodica che assume connotati grotteschi nelle dichiarazioni di quei neo attivisti che hanno spinto e spingono talmente tanto sul pedale della corsa alle liste da non essersi accorti che nei loro comuni per le elezioni politiche c’era bisogno di rappresentanti di lista, che nelle prime settimane di campagna elettorale non hanno fatto caso ai banchetti e ai gazebo allestiti per la raccolta delle firme a sostegno delle candidature.
Una corsa che gli attivisti campani stanno cercando di regolare per evitare di minare le basi di un lavoro che ha fatto del palcoscenico campano, una delle tappe salienti nell’evoluzione del MoVimento 5 Stelle, e che oggi con all’attivo ben 14 parlamentari (9 Deputati e 5 Senatori – ndr) esprime un nome, quello di Roberto Fico, protagonista storico del percorso a 5 Stelle napoletano e campano, candidato alla presidenza della Camera dei Deputati. Un riconoscimento che è l’ennesima conferma di quanto Napoli e la Campania continuano a restare al centro del dibattito politico nazionale.
Quel dibattito che, alla luce delle tematiche da sempre promosse dal sodalizio guidato da Beppe Grillo, oggi può e deve riportare in maniera seria sui banchi di governo le infinite criticità di un territorio che vede nello specifico le province di Napoli e Caserta devastate da un grado di disoccupazione preoccupante e da scempi ambientali che non hanno bisogno di essere raccontati. Compito affidato oggi al nutrito gruppo parlamentare di area napoletana, composto da 8 tra deputati e senatori, all’unica rappresentante casertana, la senatrice Vilma Moronese, e ai colleghi provenienti dalle province di Salerno e Avellino, presenti rispettivamente con 4 e 1 rappresentante. Una rappresentanza che lascia fuori la provincia di Benevento ma che non deve far dimenticare il recente scandalo che ha portato all’arresto del sindaco del capoluogo sannita, Fausto Pepe, e con lui alcuni membri dell’amministrazione comunale, e che oggi richiede particolare attenzione su come creare validi presupposti per il rilancio non solo del comune ma dell’intera provincia beneventana, richiamando anche in questo caso, non solo lo impegno parlamentare ma anche e soprattutto quello attento degli attivisti locali.
Vincenzo Viglione