Dopo aver occupato il Parlamento, mettendo un ex pm e una esponente della estrema sinistra a capo del Senato e della Camera, i vecchi comunisti guidati da Bersani puntano a fare en plein conquistando il governo e il Quirinale, occupando in maniera indecente le caselle delle più alte cariche dello Stato. Ed allora al Pdl non resterà che dare battaglia ovunque, nelle piazze come nelle Aule parlamentari.
Silvio Berlusconi, a due giorni dall’avvio delle consultazioni, rilancia dunque la candidatura di un moderato al Colle – chiedendo anche, tramite il segretario Alfano, che il Pd si fermi e cambi strada – minacciando altrimenti di essere pronto a una guerra permanente. La coalizione guidata dal Pdl, rivendica il Cavaliere nelle riunioni per l’elezione dei capogruppo a Montecitorio e Palazzo Madama, ha ottenuto il 30% dei consensi alle ultime elezioni e non dovrebbe essere marginalizzata. La proposta di portare al Colle un esponente dei moderati (come Gianni Letta, tra i nomi preferiti dall’ex premier) non è quindi certo indecente – ragiona Berlusconi – come invece pretende di derubricarla Bersani. E ragionamento uguale vale per l’Esecutivo: i comunisti sono sempre gli stessi e nutrono un odio indicibile nei nostri confronti. Non capiscono – spiega – che l’unico governo per il Paese sarebbe con noi. Alla fine, invece, è il pronostico, Napolitano darà l’incarico ai Democratici, che grazie all’appoggio dei grillini riusciranno a entrare a Palazzo Chigi. Sì perché – evidenzia il Cavaliere – nel M5S ci sono giovani dei centri sociali ma anche tanti ragazzi ben radicati a sinistra come dimostra l’applausometro del discorso della presidente della Camera, e esponente di Sel, Laura Boldrini. Il timore, confessa Berlusconi ai deputati, è che vogliano usare il governo contro di me, come dimostrerebbe l’elenco delle priorità del Pd che vede in cima alla lista le misure contro il conflitto di interesse. E che, replica il Cavaliere, non sono invece certo una questione urgente per il Paese, afflitto dal peso della crisi economica. Un Esecutivo nemico da una parte, la dittatura della magistratura dall’altra. Alcuni pm non sono altro – è la tesi ribadita anche in questa occasione – che un’associazione a delinquere che vuole farmi fare la fine di Craxi. Quello che infatti aleggerebbe sulla testa dell’ex premier sarebbe – racconta ai suoi – una condanna molto pesante. In Italia, insiste, regna una magistrocrazia, che preoccupa oltre un terzo dei cittadini e che deve essere sconfitta. Insomma, il quadro complessivo tracciato da Berlusconi e tutt’altro che rassicurante nonostante la certezza che il nuovo governo durerà poco (dobbiamo tenerci pronti, dice ai suoi) e che il Pdl rispetto il Pd sia già 3 punti avanti. Ma per convincere e vincere alla prossima tornata elettorale bisogna fare di più: i grillini hanno sfondato perché hanno portato avanti un sogno rivoluzionario e ora, sferza le truppe il Cavaliere promettendo la propria presenza al 100%, anche il Pdl deve confezionare un sogno. Ed ecco che spuntano 10 proposte di legge, dalla riforma dello Stato al taglio della burocrazia, e l’invito a comportarsi come se la campagna elettorale non fosse mai finita, a partire dalla presenza in piazza il prossimo 23 marzo.