Una consulenza tecnica sul computer e sulla macchina fotografica di bordo della petroliera Enrica Lexie, sulla quale erano imbarcati i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati di aver ucciso due pescatori indiani, è stata disposta dalla procura di Roma al fine di ricostruire la dinamica dei fatti.
L’accertamento, che comincerà il 28 marzo prossimo, è stato disposto dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Elisabetta Ceniccola, titolari del fascicolo processuale che vede i due fucilieri della Marina Militare indagati per omicidio volontario. Accertamento tecnico che si svolgerà in contraddittorio tra le parti, ossia alla presenza di esperti in rappresentanza degli indagati. Attraverso il computer di bordo, sul quale sono registrate le conversazioni tra il comandante dell’equipaggio e l’armatore, nonché le comunicazioni fatte dagli organismi italiani, e la macchina fotografica, sulla quale sono memorizzate le immagini di quello che era ritenuto un attacco di pirati e la successiva reazione dei marò, gli inquirenti intendono ricostruire quanto accaduto, in acque internazionali, al largo dell’India. Una ricostruzione, comunque, parziale, visto che agli atti del fascicolo processuale mancano, tra l’altro, i risultati degli esami autoptici eseguiti sui cadaveri dei due pescatori, le perizie balistiche, le prove di sparo sulle armi di Latorre e Girone ed i resoconti dei testimoni indiani. Atti sollecitati in due distinte rogatorie internazionali alle autorità indiane, ma che non hanno finora sortito l’effetto auspicato. Agli atti dei pm Capaldo e Ceniccola ci sono le versioni fornite dai due Marò, (“sparato 7-8 colpi in mare per scoraggiare l’avvicinamento di un’imbarcazione diversa da quella mostrata dalle autorità indiane”). Ora, attraverso la consulenza, gli inquirenti auspicano di ampliare i dati in loro possesso. Ad esempio, dalla macchina fotografica si potranno avere conferme sul tipo di imbarcazione presa di mira da Latorre e da Girone.