SAN CIPRIANO – A conclusione di indagini coordinate da questa Direzione Distrettuale Antimafia relativamente all’omicidio di Giuseppe Gagliardi, avvenuto in San Cipriano d’Aversa il 5 agosto 1992, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’Ufficio GIP presso il Tribunale di Napoli, nei confronti di tre affiliati al clan “dei casalesi” gruppo Schiavone- Bidognetti, ritenuti responsabili di aver partecipato, con ruoli diversi, all’efferato delitto.

Le indagini condotte nell’immediatezza non portarono a sviluppi concreti, e furono pertanto archiviate. Successivamente, a distanza di anni, le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Domenico Bidognetti, Alberto Di Tella e Pasquale Vargas, hanno consentito di riaprire il caso, ricostruire la dinamica dell’omicidio ed appurarne la causale.

La vittima, mentre si trovava all’interno di un rivenditore di vernici, fu barbaramente assassinata da due individui con volto travisato da passamontagna i quali lo attingevano con numerosi colpi d’arma da fuoco. Il commando, composto da  Domenico Bidognetti, Pasquale Vargas e Nicola Panaro(i primi due, armati rispettivamente di fucile a pompa cal. 12 mm e di pistola semiautomatica cal. 9mm, con il compito di esecutori materiali ed il terzo quale autista) era sopraggiunto sul luogo a bordo di una Fiat Uno rubata, su segnalazione di Giuseppe Misso che in tale vicenda ricopriva il ruolo di “specchiettista”, ben conoscendo la vittima.

Il movente è da ricercarsi nella sanguinosa contrapposizione che si era creata tra il gruppo Schiavone- Bisognetti  ed il gruppo scissionista Caterino-De Falco-Quadrano. In particolare l’eliminazione del Gagliardi era stata decisa da  Francesco Bidognettialias “cicciotto e’ mezzanotte” poiché, seppure estraneo a qualsiasi dinamica criminale e non coinvolto nella faida allora in atto, era cognato di Vincenzo Maisto, affiliato storico del gruppo capeggiato da Sebastiano Caterino, nonché nipote di quest’ultimo. La sua uccisione dunque rientrava nella logica di eliminare fisicamente ogni soggetto che fosse anche lontanamente riconducibile alla fazione opposta, nell’intento di creare un clima di terrore e indurre, come in effetti avvenne, l’allontanamento di tutti gli avversari e dei loro congiunti.

Le preziose dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, oltre a consentire la ricostruzione di un grave fatto di sangue hanno permesso di rinvenire elementi di reità a carico di tre soggetti di elevata caratura criminale, tra cui Giuseppe Misso che, recentemente scarcerato, aveva da subito assunto la direzione del clan “dei casalesi”, subentrando a Schiavone Carmine arrestato nel mese di gennaio  dai Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta.

Destinatari del provvedimento cautelare notificato in data odierna sono:

–     PANARO Nicola cl.’68, detto Nicolino, con il ruolo di autista dell’autovettura Fiat Uno, a bordo della quale raggiunsero il luogo del delitto, detenuto per altra causa;

–     MISSO Giuseppe cl.’69, detto Caricalieggio, con il ruolo di “specchiettista”;

–     BIDOGNETTI Francesco cl.’51, detto Cicciotto e’mezzanotte, con il ruolo di mandante, detenuto per altra causa.

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