CASERTA – Superare i personalismi per ritrovare il filo di Arianna che conduce all’unità del partito. Dopo l’ennesima riunione finita male (clicca qui per leggere l’articolo), Nicola Caputo rompe il silenzio. Il consigliere regionale auspica una svolta vera. E promette che sarà il primo a lavorare per il rilancio del Pd in provincia di Caserta. A tutti i costi. Anche facendo un passo indietro.
“E’ giunta l’ora di remare tutti dalla stessa parte. Da troppo tempo si è alimentato un gioco al massacro che alla fine distruggerà il Pd. E’ da incoscienti non rendersi conto – rimarca Caputo – che dalle urne è arrivata una forte richiesta di cambiamento, noi invece continuiamo a parlarci addosso, mettendo al centro della discussione gli organigrammi e l’assetto interno. Agli occhi dei casertani che soffocano nella crisi sembriamo dei marziani, fuori dal mondo”.
Tutti parlano di unità ma come ritrovarla veramente? Il consigliere regionale esige coerenza: “Non si può predicare la coesione e alimentare lo scontro. Stamane ci siamo riuniti per aprire una nuova fase, ma abbiamo perso un’altra occasione per voltare pagina. Il dibattito su chi dovrà guidare il Pd al congresso provinciale – sottolinea Caputo – non mi appassiona. Io ho avanzato una proposta precisa: affidare il partito nelle mani dei parlamentari, del segretario facente funzione e di poche figure istituzionali per evitare di costituire organismi pletorici in una fase in cui parlare di caselle da riempiere rischia di allontanarci ancor di più dai nostri elettori e dai cittadini. La gestione collegiale del partito non si misura sul numero dei componenti di questo o quell’organismo, ma sulla scorta di un percorso condiviso che ci conduca al congresso in maniera unitaria”.
In nome della coesione, Caputo si mette in discussione. “Sono pronto a fare, non uno, ma tre passi indietro. Il mio contributo al partito non dipenderà dalla mia presenza o meno nel comitato che andremo a costituire. Il mio posto è a disposizione di chi vuole lavorare alla coesione. Se sono io l’ostacolo all’unita del partito – dichiara Caputo-, il problema è già risolto, mi faccio in disparte e cedo il passo ad altri. Ma il punto è un altro: a che serve creare una struttura elefantiaca se poi continueremo a litigare tra noi? Temo che a parole tutti issino la bandiera dell’unità, ma nei fatti qualcuno pensi invece a piazzare persone a lui vicine nel comitato. Lo ripeto: io mi sottraggo a questo gioco al massacro”.
Il consigliere regionale non sfugge alle questioni spinose sul tappeto: tesseramento e contabilità. Partiamo dal tesseramento: “Credo – dice Caputo – che dovremmo abbinare le iscrizioni relative al 2012 e al 2013. Verificare quanto fatto fino ad ora e costituire commissioni di garanti in tutti i comuni in modo da essere il più possibile trasparenti”.
E sui conti del partito? “Bisogna fare chiarezza -risponde Caputo – e smetterla con le insinuazioni su presunte irregolarità. Si convochi la direzione e se ne discuta alla luce del sole”. Insomma, il consigliere regionale chiede a gran voce di “superare le sterili diatribe personali e di rimboccarsi le maniche per aiutare questa provincia in ginocchio!”.
Ma è davvero quello che pensa? “Lo sto dimostrando con i fatti: ricordo a tutti che sono stato pugnalato alle spalle, ma non per questo mi sono sottratto al confronto e sono pronto a interloquire con tutti perché credo che il futuro del Pd passi attraverso la strada dell’unità”.
Mario De Michele