QUARTO – Il Consiglio dei Ministri ha appena deliberato lo scioglimento di una serie di comuni dove le amministrazioni locali sono state condizionate dalla criminalità organizzata. Tra queste anche l’amministrazione comunale di Quarto in provincia di Napoli, dove il sindaco Giarrusso si era dimesso già alcuni mesi fa.

Il comune di Quarto, da tempo, è nel mirino della Dda partenopea. Si pensi ad esempio alla vicenda che coinvolse  il responsabile cittadino del Popolo della libertà Armando Chiaro. Chiaro fu eletto, con 400 voti in consiglio comunale, ma era stato da poco arrestato con l’accusa di essere il referente del clan Polverino, egemone nella zona a nord di napoli

“Lo scioglimento per infiltrazione camorristica del Comune di Quarto non ci sorprende”. Lo afferma, in una nota, il coordinatore campano di Sinistra Ecologia e Libertà, Arturo Scotto. “Il sindaco Carandente Giarrusso – continua Scotto – pensava che avendo presentato le proprie dimissioni si potessero svolgere regolarmente le elezioni questa primavera, ma questo estremo tentativo non è valso a nulla. In quel territorio l’intreccio tra politica e malavita è testimoniato dallo scempio provocato dalla speculazione e dall’abusivismo edilizio gestito dai clan camorristici, così come avevamo denunciato nella nostra pubblicazione ‘The Cosentinos'”. “Questa è l’ennesima dimostrazione – conclude Scotto – che in Campania il PDL continua a contraddistinguersi nelle continue prove di malgoverno non avendo nessun rispetto per le istituzioni e per la legalità”.

In seguito alla decisione presa oggi dal Consiglio dei Ministri, a Quarto, nei prossimi giorni si dovrà insediare un nuovo commissario del Prefetto, nomina specifica prevista nei casi di scioglimento della civica assise per infiltrazioni camorristiche. A Quarto pertanto non si potrà andare al voto prima dei prossimi 18 mesi, per cui la scadenza elettorale viene rinviata al 2015. Negli ultimi venti anni il comune è stato commissariato già tre volte ed in due occasioni per infiltrazioni camorristiche. Tra le prime reazioni registrate c’è quella del coordinatore locale del Partito Democratico, Francesco Dinacci: “Con questa decisione si chiude una brutta pagina per Quarto con una misura significativamente compressiva dell’autogoverno locale, la seconda negli ultimi 20 anni della vita cittadina. Da molto tempo – afferma Dinacci – avevamo denunciato con forza quanto accadeva nel nostro territorio. Le responsabilità politiche vanno ricercate evidentemente tra chi si è distratto negli anni o ha girato la testa altrove o non ha saputo dire no rispetto a un certo tipo di consenso”. “Da oggi – conclude l’esponente del PD – i cittadini onesti di Quarto dovranno mettere insieme le migliori energie perchè Quarto possa presto rinascere e rialzarsi partendo da una rinnovata stagione di legalità e di partecipazione”.

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