CASERTA – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Speranza per Caserta. “Da tempo immemore, lo Statuto del Comune di Caserta ospita un articolo (n. 33) dedicato ai “Referendum Comunali”. Un eterno incompiuto, considerato che nel frattempo nessuno si è preso la briga di estendere il previsto regolamento attuativo, e quindi di fatto priva la cittadinanza di un fondamentale strumento di democrazia diretta.

 

 

Diversi mesi or sono, il gruppo casertano del “Movimento 5 Stelle” organizzò una raccolta firme per sollecitare l’Ente Comune a colmare questa lacuna. La richiesta è quindi pervenuta sulle scrivanie di Palazzo Castropignano e l’Ufficio Elettorale, investito della questione, ha finalmente prodotto una bozza di regolamento da sottoporre all’approvazione del Consiglio Comunale. Niente di eccezionale, una semplice “media pesata” di alcuni regolamenti già in vigore in Comuni di dimensioni e tipologia confrontabili al nostro, ma in definitiva, con pochi ritocchi, un testo assolutamente utilizzabile.

Il regolamento viene quindi iscritto nella proposta di ordine del giorno per il prossimo Consiglio Comunale, ma in conferenza dei Capigruppo (l’organo deputato a programmare e condividere l’ordine del giorno dei Consigli Comunali) un sussulto bipartisan scuote l’assemblea! Tra chi si lamenta di non essere a conoscenza di questa proposta (nulla di scandaloso o anormale: i documenti sono sottoposti in conferenza ai Capigruppo, che hanno a disposizione una decina di giorni per trasmetterli ai loro Gruppi Consiliari e ad esaminarli in anticipo prima di andare in Consiglio!), chi ritiene che l’argomento vada approfondito ulteriormente (ancora? Aspettiamo da tanti anni!), e chi più disinibitamente afferma che “bisogna fare attenzione: è uno strumento pericoloso, perchè mettiamo caso che approviamo il PUC, poi cosa succede, i cittadini indicono un referendum e lo abrogano?”.

Sì, è proprio così che funziona!

Se un comitato promotore avesse la forza di portare oltre ventimila casertani alle urne (lo Statuto prevede che il referendum sia valido se partecipa alla consultazione almeno un terzo degli aventi diritto), saremmo in presenza di una volontà popolare fortissima, che andrebbe legittimamente a “sovrascrivere” l’operato della politica.

Forse a qualcuno fa paura che anche la “Caserta distratta” si possa destare, e possa iniziare ad esercitare un controllo più attento sulle attività dei suoi Amministratori. Ed il regolamento, per ora, rimane nel cassetto”.

 

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