Ancora orrore sui bambini in India: una neonata e’ stata venduta su Facebook per 800mila rupie (oltre 11mila euro) a un ricco uomo d’affari di New Delhi. Lo scioccante caso potrebbe fare luce sul traffico di bambini che ha assunto proporzioni drammatiche nella capitale indiana ancora scossa per lo stupro di una bambina di cinque anni, rapita la scorsa settimana.
E’ successo nello Stato del Punjab, uno dei piu’ avanzati del nord dell’India, quando la madre lo scorso 3 aprile ha denunciato alla polizia la scomparsa della sua neonata dal reparto di maternita’ di un ospedale di Ludhyana. Dopo diversi giorni di indagini, gli investigatori sono riusciti a risalire al padre della donna, Feroze Khan, che aveva sottratto la nipotina dalla culla all’insaputa della madre. Con la complicita’ di un’infermiera e di un altro dipendente dell’ospedale, Gurpreet Singh, l’ha poi ”messa in vendita” sul popolare sito internet. L”affare’ e’ stato organizzato proprio da quest’ultimo che ha pubblicato una foto della neonata sulla sua pagina Facebook e ha trattato con un conoscente, un imprenditore residente nella capitale. Gli agenti hanno arrestato i tre e recuperato la bambina, ma non sono riusciti a catturare ”l’acquirente” che e’ scomparso. La sua abitazione a New Delhi e’ stata perquisita ed e’ li’ che e’ stata trovata la piccola. Da quanto e’ emerso, sembra che Feroze Khan desiderava combinare un secondo matrimonio per la figlia Noorie, divorziata, e che quindi voleva sbarazzarsi della nipotina. Alla partoriente aveva detto che la piccola era morta. La piaga del traffico dei minori e’ riemersa di recente in coincidenza con l’escalation delle violenze sessuali su donne e bambini. La scorsa settimana una bambina di cinque anni e’ stata rinchiusa in una stanza per due giorni in un quartiere a est di New Delhi dopo essere stata brutalmente stuprata da due giovani che avevano consumato un festino a base di alcol e video porno. Stime della polizia indicano che circa 5mila bambini scompaiono ogni anno a New Delhi. Meta’ sono vittime dei trafficanti di esseri umani che li ”vendono” come operai, domestici e nel giro della prostituzione. Soltanto in pochi casi sono rintracciati e restituiti ai genitori. Il losco commercio e’ gestito da alcune bande mafiose che sequestrano i bambini negli Stati piu’ arretrati, come Bihar o Uttar Pradesh e poi li portano nelle metropoli dove li cedono a varie organizzazioni malavitose per 15 o 20 mila rupie (da 220 a 280 euro). Molti sono venduti come ”baby schiavi” in agricoltura, nella ristorazione o nei laboratori tessili.