CASERTA – Una petizione online per fargli sentire che non è solo contro la camorra. Dopo il grido di dolore di Raffaele Vitale che si è detto solo nella sua lotta contro la criminalità organizzata qualcosa si muove in Terra di Lavoro. Agostino Morgillo ha lanciato una petizione on-line di solidarietà al primo cittadino e, su facebook, sta spronando tutti a firmare.
Ecco il testo della petizione
Perchè la lotta alla camorra è anche questo!
Perchè ho espresso la mia solidarietà a Raffaele quando attorno a lui c’era un silenzio assordante.
Perchè ho visto, sentito Raffaele solo.
Perchè la nostra Provincia, la nostra Regione ha bisogno di amministratori come Raffele e ritengo che tutti noi dobbiamo fargli sentire la nostra vicinanza, la nostra solidarietà.
Il fatto:
Processione di Maria Santissima della Rotonda, tenutasi Domenica in Albis. Raffaele Vitale ha riposto la fascia e abbandonato il corteo religioso. Motivo del contendere: il parroco che guidava la processione arrivato ad un incrocio ha imbracciato l’effigie della Madonna portandola sotto casa del consuocero del camorrista Francesco Bidognetti meglio noto come “Cicciotto ‘e mezzanotte”. «La processione di Maria Santissima della Rotonda – spiega Vitale – è un importantissimo evento per tutta Parete. Oltre ad essere legata alla tradizione è anche un momento in cui tutta la comunità sta insieme, in cui ci si rivede, per quella occasione tornano anche i paretani che per lavoro stanno fuori tutto l’anno. È un momento molto importante: l’intera comunità si riabbraccia. Come funziona in tutto il mondo è l’autorità religiosa che guida la processione quindi il parroco, al corteo erano presenti anche le altre autorità cittadine: il sindaco e il comandante della stazione dei Carabinieri con i militari in alta uniforme»
«Eravamo arrivati all’altezza del “quadrivio”, la processione si ferma ed il parroco porta il quadro della Madonna sotto la casa del consuocero di Bidognetti. Sono assalito dallo sconforto e da un senso di sdegno, a quel punto tolgo la fascia e vado via e con me il comandante dei Carabinieri che ritira anche il drappello di militari in alta uniforme». «Al di là di ogni dietrologia e finti moralismi – puntualizza il primo cittadino – penso che il nostro comportamento sia stato un atto dovuto in quanto autorità civili e militari. Non è stato né un atto plateale, né un colpo di teatro e nemmeno un gesto coraggioso. Nei confronti di tutto l’accaduto non potevamo permetterci nessuna ambiguità, nessun messaggio poco chiaro».
«Il mio rammarico più grande – racconta Raffaele – è stato ascoltare un consigliere di opposizione che ha detto che il mio è stato un gesto plateale e da finto perbenista e non nego che qualche messaggio nella posta privata l’ho avuto: in uno mi veniva chiesto di dimettermi perché io non rappresentavo tutti i cittadini di Parete, che dovevo vergognarmi e con le dimissioni salvavo “almeno” la faccia».
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