NAPOLI – È saltato l’appuntamento, previsto per oggi al Tavolo della crisi, tra i dirigenti del comune di Napol e i rappresentanti del Terzo settore (Federsolidarietà Confcooperative Campania, Comitato Il welfare non è un lusso, Federazione Sam, Federazione Arca, Uneba, Collettivo operatori sociali).
Gli amministratori di Palazzo S. Giacomo hanno fatto sapere che il posticipo è dovuto all’esigenza di raccogliere tutta la documentazione interna funzionale ad una buona riuscita del Tavolo stesso, Tavolo, ricordiamolo, nato per una gestione efficace dei debiti che il comune vanta verso cooperative ed associazioni e per un confronto sulle politiche sociali in città, ormai legate solo ad un logica emergenziale.
La notizia del rinvio, però, ha sollevato non poche perplessità confluite in una nota che il Comitato Il welfare non è un lusso, e a cui Federsolidarietà Campania si associa, ha indirizzato al comune di Napoli.
«Riteniamo che ci sia stato tutto il tempo necessario per acquisire le informazioni. Questo ulteriore slittamento ha, ai nostri occhi, l’unico significato di prendere ulteriormente tempo dopo incontri su incontri. Leggiamo un tentativo di procrastinare le risposte che, forse, non si è in grado di dare» scrive Pasquale Calemme, portavoce del Comitato.
La nota, poi, prosegue con un affondo contro l’amministrazione comunale e passa in rassegna i punti che ancora, in questo prendi e lascia, risultano poco chiari.
Il primo punto riguarda i 15 milioni di euro arrivati nelle casse comunali tra l’anno scorso e l’inizio di quest’anno e che non sono stati utilizzati per pagare le organizzazioni sociali erogatrici dei servizi di cui il comune ha usufruito.
«Se, come più volte ribadito anche tali somme non sono state “distratte” e utilizzate per far fronte a specifiche esigenze (ad es. pagamenti degli stipendi della municipalizzata Napoli Sociale) e sono effettivamente disponibili, allora qualcuno deve spiegare perché in un momento di così grave emergenza non si sia ancora provveduto ai pagamenti dei servizi. Di fronte agli impegni presi nella riunione del 12 aprile il continuo “rimpallo” delle liquidazioni tra uffici e l’ulteriore slittamento del tavolo ci sembrano solo un ulteriore modo per “prendere tempo” perché le casse languono!» si legge nella nota
Il secondo punto riguarda l’accoglienza residenziale per minori, un mondo, un servizio che sconta addirittura la pena di ritardi nei pagamenti di 36 mesi.
«Anche in questo caso non c’è bisogno di ulteriori informazioni. L’amministrazione comunale deve dire chiaramente se intende farsi carico di questo servizio indispensabile. Se le misere risorse dei trasferimenti statali e delle entrate comunali riescono a malapena a coprire il pagamento degli stipendi dei dipendenti, allora il Sindaco deve farsi carico della gravissima responsabilità di non poter provvedere ad un servizio imposto dall’autorità giudiziaria, dirlo ufficialmente alla città e provvedere diversamente alla cura e tutela di ragazzi allontanati da situazioni di maltrattamento, violenze, abusi» conclude la nota.
I FATTI
Da Gennaio va avanti un acceso confronto tra il mondo sociale e gli amministratori del comune di Napoli per la vicenda dei ritardi dei pagamenti, specie dopo la normativa che impone alle P.a. tempi più celeri. Lo scorso 12 aprile Tommaso Sodano, vicesindaco di Napoli, Vincenzo Gallotto, presidente commissione Politiche sociali, Giuletta Chieffo, dirigente Direzione welfare e servizi educativi, e Alessandro Cappuccio, Dirigente settore Politiche per l’infanzia e l’adolescenza si sono impegnati a stilare un elenco dei pagamenti già saldabili, provvedendo, dopo poco, alla sistemazione del restante. La liquidazione delle somme avverrà, hanno detto, attraverso una procedura semplificata, con una fase istruttoria sotto la regia della Direzione per il welfare ed una fase pratica di competenza della Ragioneria. Il comune accelererà, inoltre, la preparazione delle liquidazioni arretrate alle comunità per i minori, ormai allo stremo.
Ma le lamentazioni toccano anche la gestione dei fondi che il comune avrebbe ricevuto nel 2012 per affrontare l’emergenza degli sfollati del Nord Africa e dei fondi della 328/2000, la legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali.
Rispetto a queste istanze, il vicesindaco ha fatto presente la possibilità di pagare un bimestre a quanti operano nell’accoglienza residenziale. Le dismissioni del patrimonio immobiliare potrebbero garantire questo gettito, ma è un’eventualità da verificare. Al di là degli accertamenti, comunque, durante la riunione, i rappresentanti delle comunità per i minori hanno precisato che questi pagamenti rischiano di rimanere vani, dal momento che andrebbero solo a coprire le somme prestate dalle banche. Così la soluzione migliore è sembrata per tutti la costituzione di un Tavolo di lavoro a cui siederebbero banche del settore, Fondazione con il Sud, Centrali cooperative ed altri organismi di rappresentanza. Sodano si è impegnato a costituire formalmente il “Tavolo della crisi del terzo settore” con scadenze precise. L’incontro di oggi è saltato.