Un concerto a ottobre fra i massicci di giaccio della Patagonia, un tour a febbraio di 35 date, coast to coast negli Usa, ”tornando anche a suonare in locali, muovendomi con grossi pullman e solo con un quartetto di musicisti, e poi un tour di quattro date in Giappone”.
Lo annuncia con l’emozione di un esordiente Zucchero, gia’ pronto a nuove sfide pur essendo nel pieno de ‘La Sesion cubana world tour’ che, archiviate le tre tappe sold out all’Arena di Verona, continuera” fra Italia e altre citta’ europee fino a luglio. ”Poi mi fermo per due anni” sottolinea, ma ”se mi venissero altre idee tra una tappa e altra negli Usa, magari andiamo in studio la’…”. In questo momento ”voglio solo andare a suonare, mettermi alla prova, anche in posti dove non sono mai stato, senza guardare l’aspetto del successo e del business” dice. Ecco perche’ ha detto si’ alla proposta di una tv argentina di fare uno special su di lui, che culminasse a El Calafate, tra i ghiacci della Patagonia, con un concerto: ”Ci saranno anche gli strumenti etnici e suonero’ con gli indios. Faro’ le mie canzoni che conoscono la’, come Il volo, Senza una donna, Miserere e i brani latini de La sesion cubana… Poi potrei inserire qualcuna delle loro magnifiche canzoni”. Scaletta ad hoc anche per il tour da febbraio negli Usa: ”E’ la realizzazione di un sogno questo viaggio. Mi spostero’ da metropoli come New York a centri piu’ piccoli come Baton Rouge, dai palazzetti ai locali”. I brani saranno, tranne due eccezioni (la versione in inglese di Diavolo in me, e la cover Everybody’s Got to Learn Sometime), ”in italiano. Ho smesso di cantare in inglese per piacere. D’altronde me l’aveva consigliato Miles Davis, ‘se canti in inglese sei uno dei tanti, ti confondi con gli altri, se canti in italiano sei unico”’. E chissa’ che nel tour non arrivino amici famosi, qua e la’ per condividere il palco: ”Sono cose che in genere mi riescono…”. Abituato ai giri del mondo, pero’, Zucchero non ce la fa piu’ a sentire ovunque, quando si parla di musica italiana, ”solo Volare… basta. Sara’ stata anche stata una canzone rivoluzionaria ai suoi tempi, ma ormai e’ uno stereotipo, come gli spaghetti. Potremmo avere tante altre bellissime canzoni simbolo come La donna cannone o Vita spericolata”. Nell’incontro con i giornalisti non mancano le domande sulla situazione politica e il bluesman alterna qualche riflessione e molte battute da conversazione fra amici: ”Ero all’estero quando Napolitano e’ stato rieletto presidente, non me l’aspettavo, come non credevo Letta sarebbe diventato presidente del Consiglio, mi e’ sempre sembrato piu’ un gregario che un leader… Ma auguriamoci questo governo funzioni, senno’ sono dolori”. Venendo alle possibili promesse della scena musicale italiana, Zucchero spiega: ”Mesi fa mi e’ capitato di ascoltare una giovane cantante, Veronica De Simone, che mi ha molto colpito. Mi sembra molto originale, tanto che ne avevo parlato alla Universal. Ho saputo che e’ fra i cantanti in gara a The voice (nel team Carra’, ndr) e ne ho visto una puntata. I talent show sono quelli che sono, sostituiscono certe gavette che c’erano una volta. Ma questi coach dovrebbero diversificare di piu’, non si puo’ cercare sempre lo stesso tipo di cantante”.