CASERTA – Non vuole alimentare il fuoco delle polemiche, ma dalle sue parole, quasi sussurrate, traspare tutto il dissapore verso un gruppo dirigente alle prese con una “sanguinaria” guerra tra bande. Rosaria Capacchione, senatrice del Pd, non alza la voce (per ora) ma allo stesso tempo fa capire che lei non si piega alle logiche correntizie che hanno ridotto il partito casertano a un campo di battaglia.
“Mi sento molto più vicina ai giovani del Pd che agli adulti”, dichiara ai microfoni di Campania Notizie. E aggiunge col sorriso sulle labbra: “Io non appartengo a correnti”. Un modo per dire che lei non è assimilabile, come qualcuno vorrebbe far apparire, a nessuna area del Pd. E un messaggio, tra le righe, agli “adulti”: fate spazio ai giovani, il vostro tempo è finito.
Proprio i Giovani democratici, per bocca del leader provinciale Pasquale Stellato, hanno chiesto alla Capacchione di afferrare le redini del partito per farlo uscire dalle secche di una crisi sempre più profonda. Ma la senatrice prende tempo. Non si sbilancia. Vuole capire quale sarà la nuova fisionomia del Pd a livello nazionale.
“Sono scelte che vanno ponderate – osserva la Capacchione –, prima di qualsiasi decisione bisogna vedere qual è il quadro nazionale e cosa emergerà dall’assemblea nazionale dell’11 maggio, poi si vedrà”. La senatrice non chiude l’uscio a nessuna ipotesi, ma al momento non ha alcuna intenzione di mettersi alla testa del Pd di Terra di Lavoro. Vuole dedicarsi all’attività parlamentare.
E soprattutto non vuole correre il rischio di finire tra due fuochi: quello dei caputiani e dei renziani, da una parte, e dell’area Abbate-Graziano, dall’altra. Però con quel “poi si vedrà”, legato alle vicende nazionali, la Capacchione lascia intendere che se da Roma dovesse arrivare una “chiamata alle armi” lei non si sottrarrebbe.
Uno scenario che potrebbe delinearsi già nei prossimi giorni. Dopo l’11 maggio, appunto.
Mario De Michele
LA VIDEO-INTERVISTA A ROSARIA CAPACCHIONE
