MONDRAGONE– Un centro di accoglienza per le donne vittime di violenza intitolato a Veronica Abbate, uccisa con un colpo di pistola dall’ex fidanzato Mario Beatrice il 2 settembre del 2006, è stato inaugurato nel pomeriggio a Mondragone (Caserta).
La “Casa di Veri”, questo il nome della struttura realizzata in un bene confiscato alla camorra, è stata fortemente voluta dalla madre della ragazza, Clementina Ianniello, fondatrice dell’associazione “Veri”, che da anni si batte nel nome della figlia per portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni il tema della violenza sulle donne. Una battaglia condotta con coraggio anche nelle aule dei Tribunali, che ancora oggi non hanno emesso la parola fine sulla vicenda. Il killer della figlia, l’ex finanziere Mario Beatrice, dopo una condanna a 30 anni in primo grado, si è visto infatti ridurre la pena a 18 anni in Appello, infine la Cassazione ha annullato la sentenza con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello. “Alla luce degli ultimi eventi di cronaca – afferma con amarezza la Ianniello – posso continuare ad affermare che la vita di una donna vale ancora pochissimo; i nostri parlamentari continuano a fare leggi sicuramente giuste per il rispetto dei detenuti, per la tutela degli animali, ma non per le donne, vittime di un vero e proprio femminicidio non degno di un paese civile. I responsabili di questi delitti devono pagare realmente il loro debito. Ho tanto sperato che finalmente qualcosa potesse cambiare quando ho sentito il discorso di Laura Boldrini, e sinceramente ancora lo spero”. Dopo il taglio del nastro della casa rifugio gli aderenti a numerose associazioni hanno dato vita ad un “flash mob” sul corso principale della cittadina del litorale domizio (corso Umberto I); la giornata in memoria di Veronica Abbate si é conlusa con la rappresentazioneteatrale “Cantodi donne”.Alla manifestazione era presente anhe don Tonino Palmese, responsabile regionale dell’associazione Libera.