AVERSA – La città è tappezzata di manifesti che annunciano lo svolgimento del terzo congresso cittadino del Partito Democratico per questo fine settimana ma Ludovico Feole cerca di far saltare l’assise cittadina. Potrebbe accadere ad Aversa, dove ben due assemblee degli iscritti hanno deciso di andare a congresso sulla base del tesseramento svolto nelle date fissate dalla direzione provinciale e cioè il 7 e il 9 marzo (date tuttora impresse nero su bianco sul sito provinciale del partito).

Tessere sottoscritte e consegnate con tanto di versamento e ricevuta ai vertici provinciali del Pd. Ma Feole comunica al circolo cittadino normanno che “nessuna assemblea congressuale può svolgersi nel circolo di Aversa fino a quando la Commissione di Garanzia Provinciale non ha approvato l’anagrafe definitiva degli iscritti anno 2012. La Commissione predetta, tenuto conto che il tesseramento è stato prorogato con deliberazione della direzione provinciale del 17 aprile 2013, inizierà l’esame delle anagrafi appena saranno pervenuti gli elenchi degli iscritti 2012. In mancanza dell’anagrafe definitiva che verrà comunicata da questa Segreteria Provinciale, nessun congresso di circolo può svolgersi. Aggiungo che la Direzione Provinciale nella seduta suddetta ha anche deliberato che i congressi comunali vengano sospesi in attesa della chiusura del tesseramento e lo svolgimento dell procedure connesse. Pertanto richiamo l’attenzione delle SS.LL. al rispetto delle procedure suddette.”

Una lettera che viene rispedita al mittente da Marco Villano che fino ad oggi ha guidato il circolo: “Feole chiarisse prima la sua posizione presso la commissione regionale di garanzia e soprattutto chiarisca a chi mette la faccia sui territori cosa sta facendo per il partito che fino ad oggi ha contribuito soltanto a distruggere. Il Pd doveva essere il partito del futuro ma con questa dirigenza non resteranno nemmeno le macerie. Tra l’altro mi sembra di ricordare che a marzo ha fatto svolgere e ha partecipato al congresso a Riardo. Allora le regole sull’anagrafe degli eletti non valevano?”.

Angelo Golia

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