Il giro d’affari dell’organizzazione criminale dedita allo spaccio sgominata dai carabinieri di Todi, Perugia, si aggirava intorno ai dieci milioni di euro. Secondo quanto riferito dai carabinieri nel corso della conferenza stampa di stamattina in cui e’ stata illustrata l’operazione ‘Aladin’, il gruppo immetteva nel mercato perugino parecchi chili di eroina ogni anno. Da stamattina all’alba, i carabinieri hanno eseguito sedici arresti dei trentasei destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Si tratta di tunisini e italiani che, hanno appurato i militari in due anni di indagine, si rifornivano in Campania e poi immettevano la droga nel mercato perugino. All’appello mancano ancora 19 persone, che sono ricercate. Tra i destinatari dell’ordinanza anche un uomo campano morto di overdose lo scorso novembre a Perugia. Nei 79 capi di imputazione firmati dal sostituto procuratore Giuliano Mignini e validati dal gip Alberto Avenoso, sono stati ricostruiti tutti i ruoli. Due tunisini erano a capo dell’organizzazione. In particolare, a Perugia sono stati eseguiti nove arresti, uno a Cannara, uno a Torgiano, quattro ad Aversa nel Casertano (tra cui una donna perugina), uno al porto di Salerno per un uomo che stava per lasciare l’Italia per la Tunisia. Secondo quanto riferito dai militari, alcuni spacciatori si piazzavano fuori dal Sert e usavano solo schede telefoniche pulite. Quando avevano il sospetto che non lo fossero piu’, le sostituivano con altre e davano i nuovi numeri ai loro clienti tramite dei pizzini che gli consegnavano insieme alla dose. Un tossicodipendente ha detto ai carabinieri di aver comprato dall’organizzazione almeno 2000 dosi.

 

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