AVERSA – Nella mattinata odierna personale della Polizia di Stato di Aversa dava esecuzione a due Ordinanze di Custodia Cautelare agli arresti domiciliari a carico di: Carmine Iorio, classe 1968 di S. Maria Capua Vetere, pregiudicato; Diego Attardo, classe  1965, di Minturno.

L’emissione delle citate misure restrittive costituisce il completamento di una prolungata e complessa attività di indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua vEtere e condotta da personale della Squadra Investigativa del Commissariato P.S. AVERSA, svolta anche con l’utilizzo di servizi tecnici di intercettazione telefonica ed ambientale, che permetteva di accertare l’esistenza di una vera e propria organizzazione dedita alla perpetrazione di furti, estorsioni e riciclaggio di autovetture di provenienza illecita, la quale vedeva coinvolti numerosi soggetti.

Tale indagine consentiva di smantellare una articolata organizzazione criminale dedita a furti di autovetture ed estorsioni con la consolidata tecnica volgarmente denominata “ cavallo di ritorno”.

Tali provvedimenti, infatti, fanno seguito all’operazione di Polizia, denominata a suo tempo “ Nerone”, dal nome del cane, un mastino napoletano di proprietà di uno degli arrestati, consentiva agli uomini del Commissariato di Aversa di accertare la consumazione di  più di 100 furti di auto, recuperare circa 20 veicoli di provenienza illecita, di trarre in arresto nella flagranza di reato nr. 7 soggetti, evidenziando responsabilità penali di 50 persone circa.

La tecnica utilizzata per perpetrare i furti di auto risultava altamente sofisticata, con l’impiego di centraline decodificate fornite dall’elettrauto della zona, riuscendo in questo modo a superare gli ostacoli di qualsiasi tipo di antifurto. Estremamente semplice, invece, era la tecnica di apertura degli sportelli delle auto, infatti veniva utilizzato un cavatappi risultato molto efficace allo scopo. Va inoltre evidenziato che all’atto della restituzione dell’auto rubata al proprietario, dopo ovviamente che questi  aveva provveduto ad esaudire le richieste estorsive, il veicolo veniva lasciato parcheggiato con installato sul volante un “blindosterzo”, evidentemente allo scopo di eludere eventuali controlli di polizia.

Dalle indagini svolte emergeva che nell’ambito della medesima organizzazione criminale si distinguevano, per il ruolo rivestito, tre gruppi. Infatti, un gruppo si occupava prevalentemente del furto delle auto e della successiva attività estorsiva, con il metodo del cd. “Cavallo di ritorno”. Un secondo gruppo aveva il compito di operare i furti delle auto in vari territori della Campania ed infine un terzo gruppo  dedito al riciclaggio dei pezzi delle auto rubate, gruppo quest’ultimo di cui facevano parte i  predetti Iorio ed Attardo.

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