“Che mio padre anche quel giorno avesse l’agenda rossa con sé e che sia stata trafugata da qualcuno in via d’Amelio nell’immediatezza della strage e non altrove noi non abbiamo mai avuto alcun dubbio. E certo ora questo filmato potrebbe essere un elemento importantissimo”. Lo dice in un’intervista a Repubblica il figlio del giudice Borsellino, Manfredi. “Così, da un fotogramma un po’ sgranato pubblicato sul giornale non siamo in grado di dire che quella è proprio l’agenda di mio padre – dice -. Ma certamente non lo escludiamo.
E’ indubbio che questo è un elemento importantissimo nelle indagini. Ho parlato con il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari e, anche a nome delle mie sorelle, gli ho ribadito tutta la piena e incondizionata fiducia che abbiamo nel lavoro dei magistrati dell’attuale Procura di Caltanissetta”. “Se vent’anni fa avessero lavorato allo stesso modo forse non staremmo qui a parlare di depistaggi”. “Era un’agenda rossa, di pelle, di un certo spessore – spiega -, che aveva sulla copertina in basso a destra inciso un piccolo logo dell’Arma dei carabinieri, nulla sul retro. Era un’agenda semplice”. “Mio padre non teneva in modo particolare alla sua borsa da lavoro, ma all’agenda, quella rossa, sì. E spesso la portava in mano, fuori dalla borsa. Quella domenica 19 luglio, certamente nella borsa mio padre aveva un’altra agenda, di cuoio marrone, quella è stata ritrovata, c’erano dentro appunti, ma niente di rilevante e quella ci è stata restituita. Ma quella rossa, dove lui teneva i suoi appunti riservati, no”.