AVERSA – Sold out per la VII edizione di “A Spasso con la Storia – La contea Normanna”, lo spettacolo itinerante che ha animato il meraviglioso complesso monumentale di San Francesco delle Monache sabato e domenica scorsi.

Emozione è stata la parola più ricorrente nei commenti di coloro che hanno avuto la possibilità di assistere  alla rappresentazione organizzata dal Teatro Golem e dall’Accademia Italiana Cimarosa in collaborazione con Bulè Service, che ha visto tra gli spettatori anche il sindaco di Aversa Giuseppe Sagliocco:  “Sono rimasto colpito ed ho provato una grande emozione – ha dichiarato il sindaco – Complimenti a coloro che hanno realizzato questo bellissimo viaggio nella storia di Aversa”. Un percorso affascinante che ha attraversato 1000 anni di storia tra momenti tragici, come la toccante rappresentazione della peste, interpretata magistralmente da Francesca Iovine, e quella della Regina Giovanna;  e scene più leggere, come la fondazione in chiave comica della città normanna;  un grottesco generale nazista (Dimitri Tetta) beffato dal Podestà Andreozzi (Giovanni Granatina) che con un escamotage riesce a salvare i monumenti aversani  dalle mine dei tedeschi. Senza dimenticare l’avvincente confronto parlamentare tra  il senatore Giuseppe Romano (Luca De Rosa) e l’onorevole Oddino Morgari, ripreso dalla Propaganda, giornale aversano del 1907 che riportava lo stenografato del Regio Parlamento Italiano. Impeccabile il baritono Carmine Monaco nel ruolo di Domenico Cimarosa, conteso tra due agguerrite prime donne,  che ha incantato con la sua voce il pubblico seduto tra i banchi dello splendido coro ligneo. Sorprendente lo spaccato della Maddalena con un direttore del Manicomio (Giovanni Del Prete) che alla fine si rivela il vero pazzo. Dalla Maddalena alle pazzie di oggi: il corpo di un ragazzo riverso a terra, due giovani rapper africani, aversani d’adozione, una madre che si chiede il perché  di una morte insensata ed una madonna che invoca la pioggia affinché “lavi le teste” di un popolo antico. Un senso di amarezza, ma anche un invito che possa far pensare in maniera diversa al futuro: ricominciare dalla cultura, dalla conoscenza della nostra storia e dalla consapevolezza delle nostre origini per offrire alla nostra  Terra di Lavoro una speranza di rinascita.

 

 

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