Scatta l’ora della verità per l’amministrazione comunale di Mondragone. La maggioranza di centrodestra, o quel che resta di essa, oggi è attesa dal difficile banco di prova dell’approvazione del conto consuntivo. Sulla carta il sindaco Giovanni Schiappa non ha i numeri per ottenere il via libera allo strumento contabile.
Ma nei giorni scorsi sono partite, sotto banco, le grandi manovre tra il primo cittadino e i consiglieri del Pd (Achille Cenname, Francesco Supino e Emilio Martucci) per stravolgere l’assetto politico-amministrativo e superare lo scoglio del consuntivo grazie a un accordo tra il centrodestra e gli esponenti dei Democrat. Un’intesa “contro natura” che in primo momento prevedeva anche il contestuale ingresso in giunta dei rappresentanti del Pd.
Insomma, un vero e proprio “inciucio”, che qualcuno furbescamente vorrebbe mascherare come una sorta di esecutivo di larghe intese sulla scia del governo Letta. Ridicolo. Il “golpettino” di Mondragone, per dirla con Grillo, ha scatenato le veementi, quanto legittime, reazioni di alcuni dirigenti provinciali. Particolarmente agguerriti contro il “pastrocchio” mondragonese sono i componenti dell’area Renzi, che si stanno battendo per evitare un disastro politico.
Non tutti però nel Pd reputano scandaloso un accordo con il Pdl. E qualcuno, a livello provinciale, avrebbe lavorato sottotraccia per favorire il matrimonio politico tra i due partiti. Sono sempre più insistenti le voci di una trattativa tra l’ex onorevole Pd Stefano Graziano e il consigliere regionale del Pdl Angelo Polverino. Tra i due ci sarebbero stati diversi incontri. E alla fine sarebbe stata definita una strategia per siglare l’intesa sull’ingresso dei Democratici nella maggioranza e nella nuova giunta Schiappa. La nuova “era” amministrativa sarebbe iniziata oggi dopo il voto favorevole del Pd al conto consuntivo.
Ma i piani di Graziano e Polverino, almeno in parte, potrebbero saltare. Nelle ultime ore, sul piano provinciale i Democratici hanno alzato le barricate. “Niente accordo o i consiglieri comunali sono fuori dal partito”, questa la posizione che sembra prevalere rispetto a chi invece vorrebbe siglare il “compromesso storico”. La linea della fermezza potrebbe implicare un cambio di rotta a Mondragone.
Il matrimonio tra Pdl e Pd potrebbe celebrarsi in due step: oggi i consiglieri democratici voteranno sì al conto consuntivo e salveranno il sindaco Schiappa; nei prossimi giorni, magari, quando le acque si saranno calmate, si procederà allo scambio delle fedi con l’entrata in giunta di esponenti del Pd.
Il centrodestra, quindi, dovrebbe superare l’ostacolo del consuntivo. E per ironia della sorte sarebbero tre medici (Cenname, Supino e Martucci) ad andare al capezzale di Schiappa per salvargli la vita (politica).
Mario De Michele












