“Se dopo l’estate il Parlamento non avrà approvato un testo, per sbloccarlo siamo pronti a intervenire con decreto. Non arriveremo alla fine dell’anno senza aver abrogato il finanziamento ai partiti”. Lo afferma in un colloquio con il Corriere della Sera il presidente del Consiglio Enrico Letta, spiegando che con la decisione presa ieri in Cdm dal governo “i cittadini, se vogliono, potranno destinare l’uno per mille dell’imposta sul reddito”.
E sul sistema elettorale assicura che “per me il Porcellum è il male assoluto, farò di tutto perché non si voti più con il Porcellum o con una sua brutta copia”. Sul finanziamento ai partiti, Letta vuole coinvolgere tutte le compagini, compreso il Movimento Cinque Stelle, e a Palazzo Chigi si lavora a “criteri minimi per includere tutti”: “Io non ho nessuna voglia di escludere Grillo, non vogliamo escludere nessuno. Non è una norma contro Grillo, non vuole esserlo e sarebbe un risultato sbagliato”. “Se abbiamo fatto un disegno di legge – spiega il premier – é proprio perché siamo rispettosi delle Camere e delle opposizioni”. “Io – aggiunge – non voglio prendermi il merito. I partiti devono stare tutti a bordo, sapendo però che, se ci si insabbia, il governo interviene”. La modalità immaginata dal governo per il finanziamento ai partiti attraverso il versamento dell’1 per mille ha “due opzioni: la prima è che i soldi vadano direttamente ai partiti scelti dagli elettori, la seconda è convogliare le donazioni in un monte risorse che venga poi diviso in base ai risultati elettorali”. La Ragioneria sta lavorando a deducibilità e detraibilità dei soldi per “evitare meccanismi fraudolenti e fissare le soglie”. Ma bisogna anche “creare un meccanismo per rendere trasparenti i bilanci delle forze politiche e vedere chi li controlla”. Quanto alla legge elettorale, se arrivasse la sentenza della Consulta prima delle modifiche “sarebbe una cosa deflagrante e delegittimante per il sistema politico. Anticipare la sentenza e correggere in tempo la legge elettorale è interesse comune, governo e Parlamento lavoreranno insieme”.