PIEDIMONTE MATESE – “Da che parte  state? Da che parte stiamo? Da quella degli aspetti esteriori della festa che pure ci devono essere o prendiamo veramente sul serio i valori della testimonianza evangelica come è stata la vita ed il donarsi  fino al sacrificio di San Marcellino? ”. Il cuore dell’omelia del vescovo di Alife e Chiazzo durante il tradizionale pontificale nel giorno della festa del patrono e protettore di Piedimonte Matese è arrivato con la sollecitazione di un’ interrogativo, anzi di un’interrogarsi alle coscienze,   rivolto alla comunità ecclesiale riunita per la cerimonia  Eucaristica nella basilica di S.Maria Maggiore.

A distanza di  tre giorni il vescovo è tornato a parlare dei valori di fondo che devono caratterizzare  la vita del credente :  giovedì scorso in occasione del Corpus Domini  e stamane nel giorno clou dei festeggiamenti del Santo Patrono e martire. E proprio dal martirio di S.Marcellino, dal valore della coerenza tra fede e vita fino alla morte  il presule ha iniziato il discorso davanti a gran parte degli amministratori  del comune capoluogo : in testa il sindaco Vincenzo Cappello affiancato anche da tre sindaci (S.Potito Sannitico , San Gregorio Matese e Castello del Matese, sia pure in ritardo a predica già  avviata.

“Perché a distanza di tre secoli continuiamo a parlare dei S.Marcellino e San Pietro  circondati sempre da una  così calorosa devozione ? Un interrogativo che gli è servito per ripercorrere la vicenda storica dei santi uccisi durante  il periodo di Diocleziano ma per ragionare ad ampie vele sull’identità del  cristiano di oggi anche alla luce della ventata di francescano ardore e slancio del nuovo papato (“ eppure sui giornali nei mesi scorsi la si dipingeva che travolta e schiacciata dagli scandali”).  Ad unire le due giornate, quella del Corpus Domini e la festa del patrono la lettura del Vangelo con la parabola della moltiplicazione dei pani e dei pesci  ed il valore di proposta di vita che ne esce anzi che deve entrare nel cuore di ogni credente al pari del Pane Eucaristico. In entrambe le circostanze ha messo in guardia dall’apparenza , dal devozionismo.

La fede in Gesù   si deve tradurre  un valore autentico di testimonianza di impegno sociale, ha sottolineato il vescovo, indicando l’esempio di S.Marcellino , lontano nel tempo ma non nel Vangelo avendo seguito Gesù . Ed i santi  hanno seguito la Croce . come nelle processioni , come nelle esistenze esigenti a cui siamo chiamati.

 

Michele Martusceli

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