La pioggia smette di colpo di cadere per il ritorno del Komandante. Oltre 40 mila persone, provenienti da tutta Italia e dall’estero, si sono ritrovate allo stadio Olimpico, dove questa sera Vasco Rossi torna dopo due anni sul palco. E’ il primo di sette concerti, quattro a Torino e tre nella sua Bologna, fortemente voluti dal Blasco “per riallacciare un discorso!” e “continuare un percorso”.
Ma, soprattutto, per “riportare un po’ di gioia”, frasi scritte su Facebook poco prima dell’esibizione tanto attesa e ripetute da Diego Spagnoli, lo storico manager del palco che annuncia il suo arrivo sul palco. E’ tutto qui il leit motiv del Live Kom 013. Un post scritto là dove fino a qualche tempo fa il Blasco rassicurava sulle sue condizioni di salute i fan, che da giorni vivono in tenda, accampati attorno allo stadio per amore del loro mito, incuranti delle temperature tutt’altro primaverili. “Siiii…. siamo vivi!”, canta Vasco. “Siii…siamo vivi! Domani chi lo sa…”, il ritornello della canzone del debutto, ‘L’uomo più semplicé. La ‘divisa’ è quella d’ordinanza: giubbotto di pelle e cappellino con la visiera. Unica variante le scarpe da ginnastica rosse, anche questo un tocco di vita, e i grandi occhiali da sole. Il suo popolo canta con lui, lo acclama, mentre lui mima con le mani il gesto delle ali.
Vola Vasco, esattamente come i suoi fan poche ore prima, all’apertura dei cancelli, per quella che definiscono “la corsa della vita”, quella per garantirsi i posti migliori vicino al palco. “Vasco come Francesco, santo subito”, recita uno degli striscioni appesi in tribuna. Perché questo è Vasco. Ombrelli e impermeabili schizzano via, tra gli appassionati arrivati da tutta Italia per assistere al ritorno sul palco del loro idolo. Come un fan di Messina, che racconta: “Non mi sarei perso questa occasione per nessun motivo, mi fermerò per due date, oggi e domani. Per me vedere Vasco è un sogno, ogni volta”.