NAPOLI – E’ scattata alle prime luci dell’alba una maxi operazione della direzione investigativa antimafia di Bari. gli operatori della D.i.a. hanno dato esecuzione a nove ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti cittadini italiani tutti accusati di traffico internazionale di tabacchi lavorati esteri.
I provvedimenti restrittivi, richiesti dal sostituto procuratore Giuseppe Scelsi (oggi presso la procura generale) ed emessi dal g.i.p. del tribunale di bari, dr. giovanni anglana, sono il risultato di complesse ed articolate indagini condotte dagli investigatori della D.i.a. di Bari volte a sgominare il traffico di t.l.e. gestito da esponenti di spicco della criminalita’ campana e pugliese. gli arresti sono stati eseguiti, oltre che in Puglia, anche nel capoluogo campano con la collaborazione della d.i.a. di napoli ed hanno riguardato nove italiani tra cui un finanziere. Ingenti i quantitativi di t.l.e. sequestrati dagli investigatori della D.i.a in circa 8 mesi di complesse indagini. in particolare, 17 tonnellate di t.l.e. sono state sequestrate il 28 novembre 2010 nelle vicinanze del porto di bari proprio mentre due autoarticolati erano da poco sbarcati da una nave proveniente dalla Grecia. l’ingente quantitativo di t.l.e. era stato prelevato in Grecia da due autisti campani incaricati da esponenti di spicco della criminalita’ di quella regione, tra i quali due fratelli della famiglia armento. nel capoluogo pugliese i mezzi pesanti riuscivano ad eludere i controlli doganali grazie alla complicita’ del finanziere. l’organizzazione, da maggio a novembre 2010, ha introdotto in Italia circa 50 tonnellate di tabacchi provenienti dalla grecia e destinati, in particolare, al mercato campano ed estero. Altro sequestro, eseguito nei confronti della organizzazione sgominata dagli uomini della d.i.a., e’ datato 17 marzo 2011 quando i trafficanti erano soliti utilizzare e cambiare frequentemente telefoni e sim card, spesso poi risultate intestate a cittadini Gli arrestati sono: Anacleto Savoia, Maurizio Savoia, Antonio Pinto, Michele Armento, Saverio Riccardo, Saverio Cafagno, Vito Lacatena. Tutti associati presso gli istituti di pena di Napoli (Poggioreale e Secondigliano) e S. M. Capua Vetere (Ce) e bari. Ai domiciliari Giovanni Armento e Gennaro Lista.
In otto mesi avrebbe introdotto in Italia circa 50 tonnellate di sigarette di contrabbando l’organizzazione dedita al traffico internazionale di ‘bionde’ sgominata oggi dagli investigatori della Dia di Bari. Le nove persone raggiunte da ordini di cattura avrebbero trasferito in Italia, dalla Grecia, carichi di sigarette che erano diretti a Napoli e poi nel Nord Europa e in Inghilterra. Per comunicare tra loro i trafficanti preferivano gli sms alle telefonate e cambiavano spesso le carte sim nel tentativo di aggirare le intercettazioni telefoniche. Avevano quindi creato un codice interno per comunicare tra loro: “Stasera usciamo a cena insieme” significava, ad esempio, che stava per arrivare il carico di sigarette. “Amore mio, come stai? Ti vengo a trovare” era il modo per darsi appuntamento. “Domenica pranziamo assieme”, indicava il giorno dell’arrivo del carico. In tutto sono 11 le persone indagate, comprese le 9 arrestate. Tre, invece, gli autisti catturati con carichi di copertura, a marzo e a novembre, nel 2010. Gli arrestati sono: Anacleto Savoia, di 55 anni, di Apollosa, in provincia di Benevento, titolare di una officina e padre di Maurizio, di 31 anni, il finanziere colluso, nato a Napoli e in servizio a Bari; Antonio Pinto, di Napoli, di 35 anni; Michele Armento, di Napoli di 63 anni; Saverio Riccardo, di Giugliano in Campania, in provincia di Napoli, di 41 anni; Saverio Cafagno, di Palo del Colle (Bari), di 45 anni; Vito Lacatena, di Monopoli (Bari), di 49 anni. Il gip ha concesso gli arresti domiciliari a Giovanni Armento, di Cava dei Tirreni, di 52 anni, e Gennaro Lista, di 50 anni di Monopoli. Michele e Giovanni Armento sono fratelli del noto boss napoletano Ciro. In tutto sono state sei le ordinanze eseguite in Campania, tre nel barese, tra cui una in ospedale, a Monopoli, da una trentina di uomini della Dia. Per quanto riguarda il finanziere, Maurizio Savoia, gli inquirenti – ha detto il Capo centro della Dia, Maurizio Favia – contestano la collusione in contrabbando “dalla quale avrebbe avuto un ritorno economico di medio rilievo”.